Il piano B è diventato quello principale e Sino Europe studia come versare a Fininvest ciò che manca per rilevare il Milan: mancano 320 milioni di euro che arriveranno in due rate, anche senza le autorizzazioni del governo cinese. Lo scrive Il Sole 24 Ore, in un articolo firmato da Carlo Festa. Secondo quanto risulta al quotidiano di Confindustria, le autorizzazioni del governo di Pechino non dovrebbero arrivare per il closing ora fissato a marzo e allora Sino punta a spedire il cash a Milano da Hong Kong o comunque offshore rispetto alla Cina e chiede di dividere i pagamenti.
Non è detto, evidenzia il Sole, che questi fondi possano arrivare dalle Isole Vergini, come la seconda tranche della caparra (100 milioni) versata a Fininvest che – come rilevato da Calcio e Finanza – è passata proprio attraverso i conti bancari del paradiso terrestre. Comunque niente arriverà direttamente dalla Cina perché il governo ritiene il calcio no more un settore strategico per acquisizioni estere, ma non solo: Sino Europe sarebbe considerata solo una società finanziaria, senza alcun disegno industriale.
Allora i soci puntano ad altro per completare la torta da 520 milioni da versare a Fininvest per prendere il controllo di Casa Milan. Con 200 milioni già versati, resta da saldare un conto da 320mln di euro. Secondo Festa, 250 di questi arriverebbero al closing (entro il tre marzo) e a questa cifra si aggiungerebbero anche le spese di interregno italo-cinese; la restante parte (70mln) sarebbe versata dopo il rifinanziamento del debito rossonero con Goldman Sachs.
Infine, continua a comporsi la rosa dei nomi che sarebbero al centro di Sino Europe. Al fianco del capofila Yonghong Li ci sarebbero Huarong, Industrial Bank, Bank of Guangzhou e Zheshang Bank.