Che relazione esiste tra la performance sportiva e quella economica di un club? Ce lo siamo chiesti ed abbiamo provato a rispondere mettendo in relazione i dati della UCL 2015/2016 e i relativi fatturati dei club.
Nella UCL 2015-2016, il 72,5% delle partite ha visto vincente la squadra con il maggior fatturato (dall’analisi sono stati esclusi i pareggi, ad eccezione della finale).
Nella fase a gironi e nella fase a scontri diretti il risultato è stato rispettivamente del 71,3% e 75% (100% negli ottavi e in finale, 50% nei quarti e nelle semifinali; dagli ottavi di finale le partite di andata e ritorno sono state considerate come un’unica partita).
Nella fase a gironi si è osservata un’importante variabilità tra i gruppi: dal 91% di vittorie dei club con maggiore fatturato del girone A, composto da Real Madrid, Paris SG, Shakhtar e Malmö, cioè da due team che staccavano nettamente i restanti due per fatturato; al 50% del girone B, Wolfsburg, PSV, Man. Utd e CSKA Mosca, nel quale ha pesato la pessima performance sportiva degli inglesi (capaci di due vittorie soltanto, ma con un fatturato di quasi otto volte maggiore rispetto alle concorrenti) e la buona stagione europea del Wolfsburg.
In 7 gironi su 8 (87,5%) la squadra con fatturato più alto ha vinto il proprio girone; unica eccezione è stato il Man. Utd. Se consideriamo la 1a e la 4a posizione per fatturato, cioè le posizioni più estreme (quelle in cui le differenze di fatturato sono più marcate), la corrispondenza è salita all’81,3%.
Nel 65,6% della casistica, le posizioni delle classifiche finali dei gironi hanno ricalcato quelle della classifica virtuale dei fatturati.
In tre degli otto gironi (gruppo A, E, F) le due classifiche coincidono perfettamente.
In un girone (D) la classifica finale ha ricalcato quella del ranking economico per 3 squadre su quattro.
In 3 gironi (B, C, G) per due posizioni su quattro. Nel girone B è stata determinante la pessima performance sportiva del Man Utd, accreditata del primo posto del girone nel ranking economico (secondo club più ricco in assoluto), che ha raccolto solo 2 vittorie. Nei gironi C e G è avvenuto uno scambio di posizione fra club con differenze minime di fatturato.
Nel girone H la corrispondenza fra le due classifiche è stata solo di una posizione (il primo posto dello Zenit).
Il 75% delle squadre qualificate agli ottavi di finale (12 team su 16) era accreditato delle prime due posizioni del ranking economico; solo nel 25% il passaggio al turno successivo ha riguardato squadre del 3 o 4 posto della classifica per fatturato (Wolfsburg, Benfica, Dinamo K, Gent).
Per quanto riguarda la fase a scontri diretti, gli ottavi di finale hanno visto il passaggio al turno successivo di tutte le squadre con fatturato maggiore. Considerando le partite di andata e ritorno (non inserite nel dato complessivo), le squadre con fatturato più alto hanno vinto complessivamente 12 delle 16 partite degli ottavi di finale (75%), pareggiando le altre quattro (25%).
Nei quarti di finale, in 4 degli otto scontri i club con i più alti fatturati si sono classificati al turno successivo (50%). Considerando le partite di andata e ritorno, le squadre con fatturato più alto hanno vinto 3 delle otto partite del turno (37,5%), pareggiato 2 (25%) e perso 3 (37,5%;). Una delle tre sconfitte è risultata peraltro ininfluente ai fini dei passaggio del turno (quella del Real Madrid contro il Wolfsburg).
Nelle semifinali, due dei quattro club con i più alti fatturati si sono classificati al turno successivo (50%); hanno vinto 2 partite su 4 (50%), perso e pareggiato 1 partita rispettivamente (25%).
La finale ha visto vincere, il Real Madrid contro l’Atletico Madrid (seppure solo ai calci di rigore), rispettando quindi i valori economici contrapposti.
Questa analisi ha confermato la stretta correlazione fra capacità economica e conseguente performance sportiva dei club. I due aspetti, nella maggior parte dei casi, camminano di pari passo.
Questo non esclude a priori il verificarsi di alcune eccezioni, come quella dell’Atletico di Madrid, capace di raggiungere la finale della UCL due volte in tre anni. Ma si tratta, appunto di eccezioni alla seguente regola: più fatturato=più vittorie, o più vittorie=più fatturato.
Questo meccanismo innesta un circolo virtuoso per alcuni, club, vizioso per tanti altri (la maggior parte).
Il fatturato dei club correla strettamente con gli ingaggi dei calciatori, che insieme all’ammortamento del costo per i diritti alle prestazioni sportive dei calciatori (i cartellini), contribuisce a determinare la “potenza di fuoco” di ciascun club.