Allegri vuole il mercato chiuso a luglio, ADL frena: "Ci sono parametri e scadenze fiscali"

Chiudere il calciomercato estivo molto prima rispetto all’attuale finestra e dare la possibilità alle squadre di rifarsi il look a novembre, non a gennaio. Tutto perché sessanta giorni d’estate sono davvero…

Massimiliano Allegri (Insidefoto)

Chiudere il calciomercato estivo molto prima rispetto all’attuale finestra e dare la possibilità alle squadre di rifarsi il look a novembre, non a gennaio. Tutto perché sessanta giorni d’estate sono davvero troppi e “un allenatore va a dormire con dei giocatori e il giorno dopo non li hai più”, colpa di capricci e procuratori. A lanciare la provocazione è il tecnico della Juventus Massimiliano Allegri che trova subito una sponda in Luciano Spalletti, sulla panchina della Roma.

Limitare la finestra di mercato estivo aiuterebbe i club a organizzare meglio la stagione successiva, è il ragionamento del tecnico bianconero, evitando che i grandi colpi di fine agosto possano intaccare gli equilibri già dopo l’inizio della stagione. Ma soprattutto si limiterebbe il potere dei calciatori che sarebbero tenuti a dare il massimo fin da subito.

Aurelio De Laurentiis sarebbe pure d’accordo, ha spiegato il presidente del Napoli, ma è proprio lui a ricordare come la proposta dell’allenatore juventino “non tiene conto di parametri e scadenze fiscali che hanno le società”.

Allegri, prima in una intervista al Corriere dello Sport e poi in conferenza stampa, criticato le attuali finestre di calciomercato: “Il mercato dura 60 giorni – ha detto – quasi tutti i colpi vengono fatti alla fine. I giocatori devono scegliere se mettersi da parte o darsi da fare da subito. La maggior parte degli allenatori va a dormire con dei giocatori e il giorno dopo non li hai più. Idem a gennaio. Il mercato dovrebbe chiudersi a fine luglio. Io poi sono alla Juventus e sono fortunato”, ha spiegato. “Quelli che non giocano chiamano i loro procuratori, e poi le società. Se invece cambiamo le date, i giocatori o si rimboccano le maniche o si mettono buoni…“.

Quanto al mercato di riparazione da anticipare a novembre, Allegri spiega che ora “il giocatore che arriva a fine gennaio, entra in forma a marzo e il campionato finisce a maggio, per cui non ne capisco il senso”.

Una sponda ad Allegri la fornisce l’allenatore della Roma Spalletti, secondo il quale l’allenatore campione d’Italia “non ha tutti i torti”. Per il tecnico di Certaldo, “andare a fare la preparazione senza aver completato la rosa può essere una difficoltà”. Se sull’ipotesi di chiudere a luglio il mercato estivo c’è sintonia, ma nessuna certezza definitiva, sulla possibilità di aprire il mercato invernale a novembre il discorso è diverso: “La reputo una proposta molto giusta, è come quando giocavamo noi, c’era il mercato a novembre”.

Il motivo di tanta sicurezza nel preferire il mercato di riparazione anticipato di diverse settimane è lo stesso Spalletti che vuole darsi, in soldoni, una chance in più nel valutare alcuni elementi della sua rosa, come quando a giocare era lui: “Chi non trovava spazio sapeva che dopo due mesi se ne poteva partire. È corretto, un modo per non interferire col lavoro sul campo”.