E’ passato solo un giorno dall‘arrivo in commercio di FIFA 17, la nuova edizione del gioco targato EA Sports atteso da milioni di persone nel mondo, ma finora erano in pochi a pensare che il game potesse avere avuto un’influenza reale sullo sviluppo del mondo del pallone. A sostenerlo è un’inchiesta del quotidiano britannico “The Guardian”, in cui si mette in evidenza il ruolo di primo piano avuto dalla serie di videogame FIFA nel boom ottenuto dal calcio in America.
A mettere in evidenza questa teoria è Kevin Garcia, newyorchese di origine dominicana, che ha sottolineato la passione degli abitanti del Paese a stelle e strisce per il famoso videogame: “E’ tutto merito di FIFA. Senza, non sarei sarei mai entrato in contatto con il calcio e non avrei mai imparato ad amarlo. Mi sono innamorato della semplicità di un passaggio, del fatto che due squadre potessero affrontarsi per 90 minuti senza riuscire a prevalere l’una sull’altra. Era uno sport in cui un singolo errore poteva costarti una partita o addirittura un titolo, come accadde a Steven Gerrard e al Liverpool nel celebre match contro il Chelsea nel 2014″.
Una situazione certamente sorprendente e inaspettata visto che non si era verificata nemmeno in occasione dei Mondiali del 1994 disputati proprio negli Stati Uniti con l’intento di aiutare lo sviluppo della MLS.
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Altre conferme arrivano da un sondaggio effettuato da ESPN: l’emittente televisiva statunitense ha infatti messo in evidenza la crescita costante, dal 2009 in poi, della popolarità del calcio negli Sates. Questo boom si è accompagnato in parallelo proprio alle vendite del videogame di EA Sports (+35% dal 2010 al 2012).
Sono gli stessi utilizzatori del videogioco (il 34%) a confermare di essersi appassionati al calcio dopo avere giocato numerose partite con il videogame. Per NBC, broadcaster della Premier League oltreoceano, la percentuale è addirittura più alta: il 57% del pubblico ha infatti dichiarato di essersi interessato al soccer solo grazie a FIFA. Anche gli appassionati del campionato inglese in America sono in costante crescita e hanno ormai raggiunto quota 10% sul totale della popolazione nazionale.