Suggestiva proposta nel numero odierno del Corriere della sera che dopo essere uscito con «Olimpiadi, ora serve chiarezza» un articolo di Sergio Rizzo dedicato alla candidatura della città di Roma per i Giochi olimpici del 2024 lancia questa volta una idea costruttiva: trasformare la candidatura della città in una candidatura di tutto il Paese.
“Non si può negare – è il punto di partenza del Corriere – che, oggi come oggi, Roma, alle prese con problemi di base come quelli della pulizia, del traffico, dell’efficienza della macchina amministrativa, sia impreparata, del tutto impreparata a ospitare un evento complesso e di risonanza mondiale come un’Olimpiade”.
Esiste, può immaginarsi una via d’uscita? Il Corriere la immagina: “Perché non pensare — forse siamo ancora in tempo — ad «aggiustare» la candidatura di Roma per trasformarla e presentarla come una candidatura dell’Italia intera?”
L’atletica leggera, la regina delle Olimpiadi potrebbe e dovrebbe restare a Roma, rinnovando la magia dei Giochi del 1960, chiusi con l’indimenticabile maratona partita ai piedi della grande scalea del Campidoglio e conclusa nella notte sotto l’Arco di Costantino con la vittoria, a piedi scalzi, di Abebe Bikila.
Le altre discipline potrebbero, invece, essere collocate in altre città italiane, scelte in ragione della loro storia, delle loro tradizioni sportive, dell’adeguatezza dei loro impianti, delle loro capacità ricettive, della loro capacità — perché no? — di essere una vetrina turistica dell’Italia nel mondo.
Così, ad esempio, si potrebbe pensare a Milano per il ciclismo (con un rinnovato Vigorelli per la pista e le prove su strada sui percorsi del Giro della Lombardia o della Milano-Sanremo), a Torino per il calcio (sfruttando il modernissimo Juventus Stadium), a Napoli (già sede di una Coppa America) per la vela, e così via. Con un colpo di fantasia e di audacia si potrebbe addirittura immaginare di collocare una competizione come quella della scherma nella spettacolosa e spettacolare Sala dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, a Firenze.
Da notare, aggiungiamo noi di CF – calcioefinanza.it, che per quanto riguarda il calcio una soluzione del genere è già allo studio visto che nel dossier di candidatura sono già presenti gli stadi di Italia ’90 come possibili sedi di gare del torneo olimpico.
“Per l’Italia – conclude il Corriere -, una soluzione come quella qui prospettata potrebbe consentire di «salvare capra e cavoli», di preservare, cioè, l’obiettivo del grande evento romano capace di dare una prospettiva alla ricostruzione della città ma, nel contempo, riducendo la pressione sulla capitale e con il miglior utilizzo di strutture esistenti nel resto del Paese, di evitare costosi e forse inutili investimenti. Per l’istituzione Olimpiadi potrebbe essere l’occasione di presentare e sperimentare un modello nuovo di organizzazione dei Giochi, meno faraonico dei più recenti esempi e forse più adatto ai tempi che stiamo vivendo”.