Il dossier Superlega è nelle mani cinesi di Wanda, il gruppo che lo scorso anno ha acquistato Infront Sports & Media guidato dal miliardario Wang Jianlin. Lui stesso – come rivelato dal Financial Times – ha detto di essere in trattative con “i più importanti gruppi di potere del gioco del calcio per creare la più prestigiosa competizione europea per club”.
Per ora sono confermate molte delle indiscrezioni che CF – calcioefinanza.it ha riportato negli ultimi mesi (di Superlega si è iniziato a riparlare a gennaio 2016).
Wanda promette posti sicuri per le squadre più importanti e un incremento dei ricavi dei diritti di trasmissione tv.
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Il progetto spiega in qualche modo anche il nuovo ruolo di Marco Bogarelli, diventato direttore strategico di Wanda Sports Holding, che ha indicato l’obiettivo principale: quello di avere il benestare dei Big Five, ovvero dei cinque principali mercati televisivi europei (Inghilterra, Spagna, Italia, Francia e Germania) che contribuiscono anche alla maggior parte dei ricavi di trasmissione della Champions League.
L’avanzata asiatica, secondo Bogarelli, va contrastata: “Un giorno l’Asia avrà i soldi per portare Cristiano Ronaldo a giocare lì: è nell’interesse di questi cinque campionati far crescere il calcio europeo per mantenere la propria leadership”.
Nel calendario di Bogarelli dopo i primi contatti con Liga e Serie A ci saranno Bundesliga, Ligue 1 e Premier League dopo la fine di Euro2016.
Una successione, questa, non casuale. La spinta maggiore arriverebbe dagli interessi di una “manciata” di club in Spagna e in Italia, in particolare il Real Madrid, vincitore della Champions League della scorsa stagione, ma anche le italiane: Juventus, Inter, Milan e naturalmente l’Atletico Madrid (in cui Wanda stessa ha una partecipazione). Manifestazioni di interesse che CF – calcioefinanza.it aveva già delineato nello specifico nel marzo scorso.
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Parallelamente Wanda spera anche di ottenere una alleanza strategica con l’UEFA. Ma in questo caso la “minaccia” di un torneo parallelo alla Champions League rimane sempre sullo sfondo. “In futuro ci vorrà più libertà: le leghe devono scegliere in base alle esigenze dei club” sono le parole di Bogarelli riportate dal Financial Times che non lasciano presagire nulla di accomodante rispetto agli interessi UEFA.
L’Uefa, nel bel mezzo della sua più grande crisi politica di sempre, e in attesa dell’elezione del nuovo presidente, è già sotto pressione per una riforma alla Champions League. E lo stesso segretario generale ad interim, Theodore Theodoridis ha ammesso: “Non è la prima volta che ci sono speculazioni su una lega separatista, e probabilmente non sarà nemmeno l’ultima”.
Ma l’UEFA non vuole fare un passo indietro rispetto alla sua identità federale: “Nel prendere decisioni – sono le parole di Theodoridis -, prenderemo in considerazione non solo le ricompense finanziarie ai club, ma anche il bene più grande del gioco e il suo sviluppo in tutto il continente”.
Il tema chiave a questo punto però è uno: quale calendario avrebbe una ipotetica Superlega?
Gli introiti migliori in termini televisivi si fanno nel week end (dove si vende meglio il prodotto all’estero). Quindi, se sul piano del format a tremare è l’Uefa che vede messa in discussione la Champions League, sul piano del calendario (sia settimanale che annuale, ovvero per la quantità di date da trovare per le partite) sono i campionati nazionali a rischiare maggiormente.
L’impressione finale tutta politica è che alla fine Wanda-Infront possa puntare, soprattutto nel breve, a replicare con l’UEFA il rapporto già creato con la Lega di Serie A, ovvero quello di essere (magari già a partire dal 2018) l’advisor ufficiale di quella che con tutta probabilità sarà la Champions League nuova formula che entrerà in vigore con i prossimi accordi sui diritti tv.