De Laurentiis rilancia la Superlega: sarebbe un business da 10 miliardi l'anno

De Laurentiis rilancia la Superlega – Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, torna su un suo vecchio pallino ovvero il lancio una Superlega europea fuori dall’egida della…

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De Laurentiis rilancia la Superlega – Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, torna su un suo vecchio pallino ovvero il lancio una Superlega europea fuori dall’egida della Uefa che punti a massimizzare lo spettacolo e quindi anche gli introiti per i club che ve faranno parte.

«Penso a un Cinque Nazioni», ha spiegato De Laurentiis in un’intervista a Repubblica, «un torneo europeo parallelo con le migliori sei inglesi, italiane, spagnole, tedesche, francesi, per un business da 10 miliardi all’anno. Basta col teatrino Uefa, che mette da parte ogni anno un miliardo e 200 milioni di euro in contanti e non ne usa nemmeno per dare ossigeno al movimento».

Intanto però va rilanciata la Serie A, che come dimostra il sorpasso subito dalla Bundesliga in tema di diritti tv è ormai diventato la quarta lega europea anche su questo fronte, staccatissima dalla Premier League inglese, ma con un gap importante anche rispetto a Liga e campionato tedesco. Ma, secondo De Laurentiis, è tutto il calcio italiano che va riformato.

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«Il nostro movimento è vecchio», spiega il presidente del Napoli. «C’è bisogno urgenti di cambiamenti». E anche la Nazionale ne sconta i problemi. «Non c’è stato ricambio generazionale ed è vecchio anche il 3-5-2 dell’Italia, che non è adatto al calcio internazionale. Francia e Belgio sono molto più competitive, noi possiamo essere al massimo degli outsider».

Un problema che, secondo De Laurentiis, non si risolverà nemmeno con il passaggio di consegne tra Conte, che dopo gli europei andrà a guidare il Chelsea, e Ventura.

Gran parte della responsabilità di tutto ciò, spiega il presidente del Napoli, è del presidente della Figc, Carlo Tavecchio. «Penso proprio a lui, quando dico che dobbiamo svecchiare le istituzioni e rimettere subito a posto i conti dei club».

«Tavecchio deve capire che siamo nel mondo dell’impresa e serve onestà, invece di accontentare tutti per ragioni elettorali. Il 90% delle squadre di B e C hanno bilanci fallimentari e non avrebbero i requisiti per iscriversi al campionato. Il crack del Parma non ha insegnato niente e quest’anno si stava ricreando una situazione identica col Verona, cui è stato fatto il regalo di un prefinanziamento della Lega non garantito. Bisogna liberarsi pure di Beretta».

Parlando invece con il Corriere dello Sport, il numero uno azzurro si sofferma anche sulla situazione finanziaria del Napoli. «Colmare il gap tra il Napoli e i fatturati dei club che contano è il mio gol decisivo. E’ difficile, perché c’è una distanza che va dai 260 milioni in su ed a questi livelli diventa complicato competere».

Il Napoli ha comunque i conti a posto. «Abbiamo chiuso in rosso gli ultimi due bilanci, e forse accadrà anche per il prossimo – nonostante la Champions – ma l’oculatezza del passato e le riserve accantonate ci permetteranno di muoverci liberamente».

Infine De Laurentiss dice la sua anche sugli investimenti cinesi nel calcio italiano, con l’Inter finita sotto il controllo del Suning Commerce Group e il Milan da tempo in trattativa con la cordata rappresentata dall’advisor Sal Galatioto.

«Preoccupato dai cinesi? Assolutamente no. Il calcio deve aprirsi e lo sta facendo, attirando investitori. L’unica criticità da affrontare è il rischio del doping amministrativo, utilizzato per bypassare le limitazione del fair play finanziario, cosa peraltro che già accade».