Inter, come il Suning può incidere sul FPF: ma i vincoli di bilancio restano

La giornata storica è già quasi alle spalle, l’Inter guarda al futuro. Dopo l’annuncio dell’accordo per il passaggio della maggioranza del club da Erick Thohir al Suning Commerce…

Suning Inter

La giornata storica è già quasi alle spalle, l’Inter guarda al futuro. Dopo l’annuncio dell’accordo per il passaggio della maggioranza del club da Erick Thohir al Suning Commerce Group, la società nerazzurra pensa già a come rinforzare la squadra sul mercato.

 

Una sessione in cui, però, le cchioperazioni saranno comunque vincolati ai paletti del Fair Play Finanziario. Come abbiamo già spiegato, infatti, gli obblighi di bilancio dell’Inter termineranno solo nella stagione 2016/17, in cui il club nerazzurro dovrà chiudere l’anno con i conti (che interessano all’Uefa) in parità. Accordo che la società ora del Suning Commerce Group dovrà comunque rispettare, nonostante l’ingresso di nuovi azionisti.

Inter suning cosa cambia fair play finanziario

 

Se è infatti vero che le modifiche apportate al regolamento sul Fair Play Finanziario nel maggio del 2015 prevedono che, in caso di «significativo cambiamento della proprietà e/o del controllo» di un club, quest’ultimo ha la possibilità di chiedere alla Uefa di stipulare un «voluntary agreement» con l’obiettivo di arrivare nel giro di 4 anni al pareggio di bilancio, è altrettanto vero che, regolamento alla mano, tale possibilità non è prevista per quelle società come l’Inter che nei tre esercizi precedenti ha stipulato un «settlement agreement» (accordo transattivo) con l’Uefa.

Inter suning cosa cambia fair play finanziario

 

L’accordo quindi varrà ancora fino al 2017 e non prevede che possa essere rivisto (che costringerebbe a realizzare i 50 milioni di plusvalenze indicati da Erick Thohir nei giorni scorsi). Non solo: secondo alcune fonti contattate da CF – Calcioefinanza.it, l’Inter non avrebbe nemmeno la possibilità di rinforzarsi tramite aggiramenti del regolamento, come potrebbero essere prestiti dal Jiangsu (la società cinese di proprietà del Suning). Eventuali trasferimenti di questo tipo infatti ricadrebbero sotto la lente di controllo della Uefa perché entrerebbero nell’ambito delle analisi legate alle parti correlate.

Legate alle parti correlate sarebbero anche eventuali sponsorizzazioni del gruppo Suning, o comunque di gruppi legati all’azienda cinese, verso l’Inter. L’obiettivo dell’Uefa, in fondo, è quello di evitare che i soldi escano dalla porta e rientrino dalla finestra. Il pericolo per il club nerazzurro è infatti quello di aggravare ulteriormente la propria posizione nei confronti della Federcalcio europea.

Resta, però, una strada: che l’Uefa riveda il proprio regolamento. In fondo anche sotto la spinta di Manchester City e Paris Saint Germain era successo, però non è facile, soprattutto visto che parliamo di tempi stretti (servirebbe una modifica regolamentare entro la fine del mercato). Ad oggi quindi l’accordo pare non essere rivedibile, anche se lo potrebbe diventare strada facendo.

Il Suning quindi non potrà fare alcuna operazione verso l’Inter? Non è propriamente così. Dal punto di vista finanziario, oltre al probabile aumento di capitale, potrebbe ricorrere ai finanziamenti in “stile Thohir”, che però servirebbero solo per avere liquidità in cassa. Inoltre, l’Uefa non considera alcune spese ai fini del Fair Play Finanziario: ad esempio, quelle per il settore giovanile o quelle per lo stadio. Se volessero, quindi, gli investitori del gruppo cinese potrebbero investire qualsiasi cifra per un nuovo impianto nerazzurro, perché non rientrerebbero nei conti del FPF. Anche se le intenzioni sembrano quelle di voler rimanere a San Siro.