«Da quarant’anni a questa parte il mondo del calcio è cambiato molto, poi un tifoso vede il Leicester e dice: perché il Toro no? E questo aumenta il nostro senso di responsabilità. In Inghilterra, però, i diritti tv son divisi in maniera più equa».
Il presidente del Torino, Urbano Cairo, intervistato da Repubblica tra la presentazione del libro di Beppe Gandolfo dedicato allo scudetto conquistato dai granata nel campionato 1975/76 e quella del volume Urbano Cairo 10 (i cui proventi andranno alla Fondazione Filadelfia), ha fatto il punto sulla stagione della sua squadra, individuando nella dimensione economica uno dei fattori chiave alla base del successo di un club e indicando nel modello inglese di distribuzione dei diritti televisivi un possibile correttivo allo strapotere delle grandi società.
Anche se, come dimostra la vittoria della Premier League da parte del Leicester di Claudio Ranieri e l’approdo in finale di Champions League (per la seconda volta in tre edizioni) da parte dell’Atletico Madrid di Simeone, tenere testa ai club più ricchi qualche volta è possibile. Anche se non è sempre così. «Al tifoso piace pensare alle imprese impossibili», spiega Cairo, «ma bisogna anche fare i conti con il nostro fatturato che è 1 a 5,5 rispetto a quello della Juve».
E anche sul “miracolo” Leicester, il presidente del Torino, che in queste ore è impegnato anche sul fronte Rcs, ha le idee chiare: «Il Leicester ha un fatturato superiore a quello del Napoli. Poi, di sicuro, sono stati bravi a trovare i giocatori che hanno trovato».
E il Toro dove potrà arrivare? «Far appassionare al Toro sempre più bambini e per farlo occorre vincere di più. Partendo dalle radici, ricordando il passato e applicandolo al presente. Non faccio promesse ma vincere sarebbe bello e darebbe orgoglio a tutti noi. E’ un impegno che ho preso con me stesso: il Toro è al primo posto dei miei pensieri e nel mio cuore», ha spiegato Cairo a Repubblica.
Il presidente del Torino si è soffermato anche sul futuro di Giampiero Ventura, un tecnico che ha dato molto al club, anche in termini di valorizzazione del parco giocatori (circa 63 milioni di plusvalenze in quattro anni), ma la cui avventura in granata sembra essere arrivata al capolinea, tanto che si parla di un suo possibile approdo alla nazionale del dopo Conte.
«Ventura è il nostro allenatore, ha un contratto fino al 2018», ha spiegato Cairo. «Poi, come sempre, i contratti valgono, ma conta di più vedere quanta voglia ha lui di continuare, di quali sono le sue motivazioni. Ecco perché dico che è importante incontrarsi, guardarsi negli occhi e capire quanta voglia ci sia di andare avanti insieme».