Gli investimenti si fanno (sempre) per guadagnare soldi. La differenza, tuttavia, la fa il comportamento quando le cose non vanno bene. E in questo senso Gigi Buffon è stato un capitano vero anche nel caso Zucchi, nel quale ha perso 20 milioni di euro ma ha resistito fino a giungere ad una soluzione industriale con l’obiettivo di dare un futuro ad una azienda che occupa un migliaio di persone.
Il portiere della Juventus e della nazionale rimarrà ora socio di minoranza. Ma, come riporta La Stampa: “Da portiere solitamente fenomenale, prendendo la Zucchi Gigi Buffon ha fatto invece la peggior scelta di tempo della carriera (oltre venti milioni di euro bruciati), ma poi chi gli sta vicino dice che s’è comportato da capitano: se non d’industria, almeno sul campo. Durante gli incontri in società, sempre più cupi, trimestrale dopo trimestrale, e nelle confessioni a qualche amico, in questi mesi il numero uno della Juve l’ha sempre ripetuto: non voleva lasciare senza lavoro gli oltre mille dipendenti dell’azienda tessile“.
Nel 2009 Buffon era entrato nel capitale di Zucchi per guadagnarci, come fa ogni investitore, ma poi avrebbe potuto anche uscirne, in altri modi meno eleganti.
E invece i suoi soldi, sostanzialmente, hanno permesso all’azienda di non essere messa in liquidazione. Buffon era diventato azionista di un certo rilievo nel 2009 con il 2 per cento, salendo di volta in volta: 11 per cento, 19, fino all’attuale 56,3.
La scorsa settimana si è invece arrivati alla sottoscrizione dell’accordo di ristrutturazione del debito bancario, premessa all’ingresso dei francesi del fondo Astrance Capital: con un aumento di capitale da 10 milioni, controlleranno Zucchi, tramite una nuova società. E Buffon diventerà azionista di minoranza.
E anche qui va detto: con il 15% del capitale potrebbe recuperare qualcosa di quanto perso finora.
Di certo, nell’avventura Buffon è stato consigliato malissimo, e l’azienda amministrata anche peggio. E alla fine, quando è spuntato il fondo francese ed è stato sottoscritto l’accordo con le banche, Buffon ha tirato un sospiro di sollievo. Facendo così, ragionava il giocatore con i suoi collaboratori, anche bruciando denaro, aveva provato a salvare uno storico marchio del made in Italy, e a non mettere sul lastrico migliaia di famiglie.