Esportazione Talenti, l'Argentina domina il calcio mondiale

Esportazione Talenti – L’Argentina supera il brasile. Non stiamo parlando sul “super classico” calcistico tra le due nazionali sudamericane, ma di esportazione di talenti del pallone.

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Esportazione Talenti – L’Argentina supera il brasile. Non stiamo parlando sul “super classico” calcistico tra le due nazionali sudamericane, ma di esportazione di talenti del pallone.

Secondo Euramericas Sport marketing, il campionato argentino sarebbe il primo esportatore mondiale di calciatori per il quinto anno consecutivo, fino al 2009 infatti il dominio era verdeoro, e ogni anno il numero aumenterebbe in modo incontrollato. Nel 2014 complessivamente l’Albiceleste ha visto partire un totale di 5152 calciatori, circa il 50% dello stesso periodo del 2013, dove la percentuale era 2.576 giocatori. L’esportazione di talenti consente ai dirigenti di club, ai proprietari delle accademie di calcio, ai mediatori, agli agenti e agli stessi giocatori di ottenere profitto. Stiamo parlando della principale risorsa per le casse in difficoltà del club e anche dei privati, dato che intere famiglie migrano con i loro figli a vivere in altri paesi in cerca di successo insieme alla loro stella.

Gerardo Molina, specialista in Sport Marketing e creatore del sistema di misurazione, attraverso il suo studio, ha messo in evidenza come siano i produttori di petrolio i maggiori investitori in talenti. Tra questi spiccano la Gulf Finance House e la GFH Capital Limited, l’uomo d’affari kuwaitiano Fawaz Al Hasawi e i suoi fratelli, che operano con i club locali il finanziamento del 40% delle esportazione di calciatori argentini. L’imprenditore Naser El Jelaifi, originario del Qatar, proprietario del PSG, in Argentina e in Brasile, ha un’intensa rete di scout a livello locale, Abdullah Ben Nasser Al Thani, sceicco del Qatar, ha anch’esso un team che lavora in Argentina, Brasile, Uruguay, Paraguay e Cile. Un altro grande gruppo di investitori è la Wandsworth Service LLP Hitchin, che ha sede in Inghilterra, ed è associata alla Broward Capital Inc., che ha invece sede nelle Isole Vergini Britanniche.

Esportazione Talenti, i campionati d’elite dominano il mercato

Tra coloro che hanno lasciato l’Argentina il 66,5% lo ha fatto per andare nei cinque maggiori campionati europei, Spagna, Inghilterra, Germania, Italia e Francia, e il resto si è diviso fra Russia, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Il totale dell’esportazione di talenti si aggira intorno, secondo Euramericas, ai 1.228 milioni di dollari. “Negli ultimi cinque anni lo studio mostra che la maggior parte dei calciatori argentini non riesce a trasferirsi nella prima divisione locale,” ha detto Molina. “Il 65%, di cui la maggior parte sono minorenni. Forse il caso più emblematico è Lionel Messi, che è entrato nelle fila del Barcellona nella sua prima adolescenza. Secondo l’esperto internazionale di marketing sportivo il processo di esportazione verso la “terra promessa” funzionerebbe così: “Il primo passo è quello di trovare un ragazzo con le giuste doti e di parlare con lui e la sua famiglia. Il valore di questo processo inizia con una somma di 1200 dollari, mentre la fase successiva è quella di portare a termine l’acquisto di calciatore, che si aggirano intorno ai 4.000 dollari, se ha meno di 15 anni, tra i 5000 e i 7000 dollari se il giocatore è già federato, questi valori sono aumentati negli ultimi quattro anni del 133%. Il terzo passo è quello di mettere in luce il talento iniziando anche a diffondere massicciamente dei video del giocatore. Se siete fortunati il giocatore diventa una promessa e cattura l’attenzione di un club europeo, cosa che arriva a moltiplicare le spese effettuate”.

I trasferimenti di calcio internazionali sono diventati il motore finanziario dei club argentini, la maggior parte colpiti da debiti milionari. I club si muovono a breve termine, se hanno un’offerta da un club straniero non sprecano tempo dato che il valore del calciatore potrebbe scendere. “Non si può rischiare“, conclude Molina. I campionati europei ricevono elevati livelli di finanziamento dai diritti televisivi, il marketing e le sottoscrizioni dei soci, mentre i club in America Latina non hanno un’organizzazione che permette loro di generare reddito in questo modo, così da dipendente totalmente dalla vendita dei giocatori.

Alberto Lattuada