Vincere il Triplete – campionato, coppa nazionale e Champions – è una soddisfazione per tifosi e giocatori. Ma per le casse del club campione, può essere un problema.
Chiedere al Barcellona, che alla fine della scorsa stagione, dopo aver dominato in Spagna e in Europa, ha sperimentato sul proprio bilancio cosa vuol dire vincere tutto nel bene e nel male. Nel bene: i ricavi hanno raggiunto la cifra record di 608 milioni di euro (compresi gli effetti del calciomercato). Nel male: i costi hanno raggiunto la cifra record di 581 milioni di euro.
Fatturato trainato dal marketing
La conseguenza è presto detta: l’utile è sceso dai 42 del 2014 ai 15 dell’ultima stagione. “L’esercizio finanziario 2014/15 è stato caratterizzato, sia in termini di entrate e di spese dagli alti risultati sportivi della prima squadra”, spiega non a caso il club blaugrana, nel presentare i numeri del 2014/15 che ora dovranno passare attraverso l’approvazione dell’Assemblea dei soci.
Certi numeri, che in Italia ancora sono distanti dall’essere raggiunti (parliamo di un utile cumulato di 128 milioni negli ultimi cinque anni), spiegano quanto un ciclo di vittorie possa rischiare di appesantire un bilancio che il Barcellona ha potuto mantenere ancora largamente in attivo.
Partiamo quindi dai lati positivi del Triplete. Dal punto di vista del fatturato, i numeri dicono che il club ha ottenuto i ricavi più alti della propria storia (ai quali vanno aggiunti quelli da player trading, per circa 50 milioni). In particolare, negli ultimi 5 anni, il fatturato del club è cresciuto di 193 milioni di euro: nel 2009/10, il fatturato era di 415 milioni. Nel tempo, i ricavi si sono innalzati in maniera pressoché costante: l’unico anno in cui non sono cresciuti è stato il 2013, quando l’abbassamento è stato però di soli 5 milioni.
A spingere i ricavi verso l’alto ci ha pensato soprattutto il marketing, che è salito di 56 milioni attestandosi per il 2015 a 225 milioni di euro, con un incremento percentuale del 33%, soprattutto grazie ai risultati della gestione aziendale. Il Barcellona ha chiuso nuovi accordi (Telefonica, Beko) e ottenuto adeguamenti contrattuali con sponsor importanti come Audi, Damm e la Caja. All’incremento – e qui entra in gioco il Triplete – hanno contribuito anche i bonus vittoria versati da sponsor e partner.
Dal lato delle entrate dello stadio e altri servizi, il dato dei ricavi è cresciuto del 16%, circa 21 milioni di euro, a causa della partecipazione e organizzazione della finale Copa del Rey e delle gare di Champions League. Si è passati così dai 128 milioni di euro del 2014 ai 149 del 2015.
Per quanto riguarda i ricavi da diritti tv, il dato è pressoché invariato: 2 milioni in più rispetto ai 161 milioni di euro del 2014. Di questi, 24,6 milioni di euro arrivano dal market pool della Champions: un miglioramento, rispetto ai 21,4 milioni di euro, a fronte di 41,9 milioni di euro complessivi del 2014 contro i 61 di quest’anno, in cui il Barcellona ha vinto il torneo.
L’effetto del Triplete sui costi
“Un dato rilevante è che negli ultimi 6 anni, dal 2009/10, il fatturato è aumentato in media dell’8% e le spese del 4%” spiega la relazione finanziaria del club. Che dettaglia l’aumento delle spese relative all’ultima stagione. La vittoria del Triplete ha portato all’aumento della spesa di 53 milioni per la parte sportiva, inclusi i rinnovi dei contratti di Sergio Busquets, Dani Alves, Pedro Rodriguez e Sergi Roberto: a causa anche del blocco Fifa, il club ha avuto bisogno di mantenere la rosa il più possibile intatta, per rimanere ai vertici anche in questa stagione.
Le commissioni di gestione sono aumentate di 15 milioni rispetto alla stagione precedente principalmente per spese legate alla finale di Copa del Rey e per la parte di spese legata alla finale di Champions, oltre agli assegni staccati per i festeggiamenti delle vittorie.
La percentuale del rapporto tra ricavi e stipendi è aumentata di 8 punti, dal 65% al 73%, al di sopra della soglia del 70%. “Tenete a mente, però, che il costo variabile è stato particolarmente elevato per raggiungere gli alti risultati” spiega il club. In questo calcolo il totale degli stipendi sportivi, tra cui i salari dei giocatori, staff tecnico, premi variabili per i titoli, diritti di immagine, agenti sportivi, nonché l’ammortamento degli acquisti vengono considerati come salario.
L’indebitamento finanziario netto è passato da 287 milioni di euro dell’anno precedente a 328 milioni di euro, soprattutto a causa del significativo investimento in acquisizioni di giocatori (Suarez, Mathieu, Bravo, Vermaelen e fine stagione, Aleix Vidal), molto superiore a quello degli investimenti nelle stagioni precedenti a causa della sanzione Fifa, che ha poi bloccato il mercato al club. Tuttavia, dal 2010/11 il debito è stato ridotto di 102 milioni di euro.
La ratio tra indebitamento netto ed EBITDA è di 3.24, superiore al massimo di 2,75 stabilito nello Statuto per questa stagione. L’indebitamento finanziario netto è di 85 milioni, il patrimonio netto è di 69 milioni.
Le previsioni per il 2016
Le previsioni per la stagione 2015/16, con minori costi di acquisizione giocatori e un margine operativo lordo di 120 milioni di euro, sono quelle di mettere il club sotto la ratio di 2.5, assieme alla volontà di ridurre ulteriormente il debito in linea con gli ultimi anni.
E poi c’è il fatturato, che il club prevede di far arrivare a quota 630 milioni di euro, con costi operativi di 599 milioni, un EBITDA di 120 milioni e un utile finale di 20 milioni. Nonostante gli arrivi di Aleix Vidal e Arda Turan, il club prevede di diminuire le spese per la parte sportiva. Nella previsione, il club parte dal presupposto sportivo di vincere la Liga, arrivare in semifinale di Copa del Rey e almeno ai quarti di Champions.