«Hanno preso copia dei bonifici fatti dalla proprietà a copertura delle perdite. Il Genoa non ha mai ricevuto finanziamenti da Infront e non ha mai avuto a che fare con T&F». Enrico Preziosi ostenta grande serenità dopo le perquisizioni da parte della Guardia di Finanza della sede del club rossoblu e di fronte alle ipotesi investigative della Procura di Milano. I magistrati, secondo quanto riferito in questi giorni dai giornali, sostengono infatti che Preziosi abbia trovato le risorse necessarie per sistemare i conti del Genoa e procedere così senza problemi all’iscrizione al campionato 2015/16, grazie a un finanziamento da 15 milioni erogato all’estero da parte di Riccardo Silva, numero uno della MP & Silva, l’agenzia che commercializza i diritti della Serie A all’estero.
Sul punto però Preziosi è stato molto categorico, negando ogni tipo di irregolarità. Quei 15 milioni finiti sul conto svizzero del presidente del Genoa, da nove anni residente a Lugano, e regolarmente dichiarato alle autorità, sono il frutto di un regolare contratto di finanziamento (tre tranche da 5 milioni ciascuna) al tasso di interesse del 5%, acceso personalmente da Preziosi. Questa la versione del presidente genoano.
I rapporti tra Infront, il Genoa e Preziosi
Infront, dunque, secondo quanto fatto sapere direttamente da Preziosi è del tutto estranea al finanziamento ricevuto dal presidente rossoblu. Dal punto di vista commerciale, invece, i rapporti tra la società guidata in Italia da Marco Bogarelli e il Genoa risalgono al luglio 2010. Era stato il sito ufficiale della società rossoblù a rendere pubblico l’accordo con quello che veniva definito “il nuovo marketing agent del Genoa per le prossime 6 stagioni di campionato”.
Veniva spiegata anche la filosofia di sponsorizzazione: “Less is more”, ovvero minor numero di partner con più visibilità. Quel campionato sulle maglie del Genoa figurò il marchio Iziplay del Gruppo Cogetech, operatore di giochi e scommesse sportive. Ma non sempre nelle stagioni successive il Genoa ha poi avuto sulla maglia il main sponsor o comunque l’ha avuto per limitati periodi di tempo. Un problema che semmai doveva riguardare Infront e non il club rossoblù perché comunque aveva una cifra garantita a prescindere.
Sempre il sito del Genoa commentava che “Infront metterà a disposizione del Genoa un network internazionale con una grande esperienza maturata negli anni nello sponsoring, nella consulenza strategica di marketing e nell’organizzazione di eventi sportivi”.
Infront aveva poi anche mandato un suo uomo di fiducia, Alessandro Spagnolo, sul territorio per cercare di ottimizzare al meglio le risorse. «Ero consulente sia per il Genoa che per il Milan – spiega a Repubblica il diretto interessato – Il mio compito? Reimpostare i dipartimenti che riguardavano il commerciale e la comunicazione, il mio referente era Nicola Bignotti (l’ex direttore generale passato al Pavia). Ho mollato dopo poco più di un anno perché non ce la facevo a conciliare sia il Genoa che il Milan. Ho dovuto fare una scelta ed ho optato per il club rossonero perché sono di Milano ed è anche perché da consulente sono passato nei quadri dirigenziali».
Infront non si occupa solo dei diritti televisivi, con alcune società ha un rapporto a 360 gradi (oltre al Genoa tra le altre anche Milan, Inter, Lazio e Sampdoria) «Sponsorizzazioni e sviluppo progetti che riguardano il marketing sono il pezzo forte – spiega Spagnolo – Un club come il Milan così può avere 4 dipendenti che se ne occupano invece di 15 ed il risparmio è notevole. Funziona in questo modo: ci si accorda per quanto riguarda la raccolta pubblicitaria per una cifra e tutto quello che si riesce ad incassare in più è il guadagno di Infront».