Potrebbe esserci un futuro in comproprietà per lo stadio Meazza di Milano San Siro. Non una novità assoluta nel panorama europeo, ma una interessante prospettiva per rossoneri e nerazzurri. Anche l’Allianz Arena di Monaco inizialmente (ha aperto i battenti nella stagione 2005-2006) era in comproprietà tra Bayern Monaco e Monaco 1860 prima che il Bayern rilevasse l’altra metà, pur consentendo ai “cugini” di giocare ancora nell’impianto (che per l’occasione cambia anche colore all’esterno).
Ora anche per il Meazza potrebbe esserci un futuro di proprietà “duale”. Questo almeno stando alle indicazioni dell’asessore a Sport, Tempo libero e benessere, Chiara Bisconti rilasciate questa mattina al Corriere della sera. «Alla riunione con Milan e Inter proporrò la possibilità di modificare la convenzione che oggi lega le due squadre con contratto d’affitto – dice Bisconti – Prospetterò anche l’ipotesi che rilevino insieme l’impianto, stimato sui 100 milioni». Un prezzo interessante se si pensa che l’Inter avrebbe dovuto intervenire sull’impianto per una cifra vicina ai 110 milioni di euro complessivi di lavori.
50 milioni a testa per lo stadio potrebbero essere un affare, anche se poi andrà studiato certamente un ammodernamento ed un utilizzo intelligente di tutti gli spazi disponibili. Incontro fissato entro giovedì con Alfonso Cefaliello (consigliere del Milan) e un interlocutore per l’Inter.
Nessuna chiusura, tuttavia, all’idea di impianti alternativi. Solo una scelta dettata da sano realismo. «Bei progetti, sono sempre stata favorevole all’idea di un secondo stadio. Ma ora non si concretizza. Mi aspetto che entrambe si concentrino su San Siro».
La situazione. La convenzione lega le squadre al Comune di Milano fino al 2030 con un contratto d’affitto da 4,5 milioni annui di canone. La decisione finale spetta al Consiglio comunale, ma la convenzione potrebbe mettere tutti d’accordo e permettere alle squadre di affrontare un investimento decennale. Il tutto in attesa di tempi migliori in cui magari qualcuno potrebbe monetizzare vendendo la quota.
L’alternativa è quella di negoziare il diritto di superficie. L’obiettivo a breve naturalmente è quello di rendere più redditizio per i club l’impianto. Anche se da questo punto di vista è chiaro che non basta esserne proprietari per far crescere i ricavi: uno stadio di proprietà rende se lo si sa sfruttare al meglio, ed in questo senso San Siro necessiterebbe comunque di un intervento di ammodernamento.
Tra le novità strutturali ad esempio l’assessore allo sport lancia l’idea di «aprire il Meazza su quattro lati invece che solo su due, com’è oggi. Anche per rendere possibili due ingressi ben separati, uno per squadra». E sembra avere le idee già molto chiare: «Ora sono sfruttati per i flussi in entrata e in uscita solo il lato verso Ovest, dove c’è il cantiere della M5, e il lato del centro Ippico, a Nord. Renderemo aperta e di passaggio la sponda verso piazzale Axum, rimpicciolendo il capolinea del tram 16. E potremmo ripensare quello ad Est, verso il Trotto. Schiudendo via dei Piccolomini e dedicando ai servizi la Stecca, magari collegata allo stadio con ponti sopraelevati».
Il progetto dell’Inter, 110 milioni, prevedeva un cubo per i servizi dove ora c’è la tribuna rossa. «Se lo stadio oltrepassa i suoi muri e si allarga in un ideale quarto anello esterno, i servizi potrebbero anche finire nella Stecca del Trotto. Si risparmierebbe sui lavori di ristrutturazione».
L’area intanto si sta popolando con altre opere: «Il parco di Trenno da un lato, il Bosco in Città dall’altro – commenta Bisconti -. Immagino viale Caprilli pedonale, con campi da gioco. Poi c’è il Palalido, che diventerà tempio dell’EA7 entro inizio 2016; il velodromo per ciclismo e football americano; il Lido, col tennis e la piscina; e il nuovo Ippodromo».