Taranto supporters trust – “I tifosi del Taranto hanno deciso di entrare nella storia”. Comincia così il comunicato della Fondazione Taras, il supporters trust dei fan rossoblu già proprietario di una quota del club, che annuncia che il presidente Domenico Campitiello cederà il 92% del pacchetto di maggioranza. Dopo l’esperienza di Ancona, primo club professionistico la cui maggioranza è detenuta dai propri tifosi (la storia l’abbiamo raccontata su Calcioefinanza), ora tocca a Taranto.
Si tratta di una situazione transitoria, al momento. Il presidente uscente garantirà al club l’iscrizione del Taranto in Serie D, mentre la Fondazione Taras deterrà la maggioranza da cedere subito a chi presenterà un progetto per il club che comprenda il ripescaggio dei pugliesi in Lega Pro.
“Il passaggio di consegne si perfezionerà solo a seguito dell’iscrizione della squadra rossoblù al prossimo campionato di Serie D ad opera dello stesso presidente Campitiello, al lavoro proprio in queste ore per espletare le procedure necessarie”, spiega il comunicato della Fondazione. “Nel corso della riunione, aperta a tutta la tifoseria, si è deciso che, una volta in possesso delle quote, il supporters’ trust tarantino ne cederà la maggioranza esclusivamente a chi dimostrerà concretamente la volontà di presentare la domanda di ripescaggio in Lega Pro, unitamente a solide e credibili garanzie di sostenibilità finanziaria del progetto calcistico”.
“Perché lascio alla Fondazione Taras? Perché a termine di una profonda riflessione, di fronte a un sostanziale stallo delle trattative con potenziali acquirenti interessati a subentrarmi alla guida della società rossoblù, valutando insoddisfacenti le offerte di acquisto avanzate, ho ritenuto più giusto consegnare il club alla comunità dei suoi tifosi, certo che, attraverso un lavoro di coinvolgimento della città e di tutti gli attori interessati, sapranno meglio determinare il futuro del Taranto Fc 1927″, ha spiegato dal canto suo Campitiello.
Dal fallimento al salvataggio grazie ai tifosi
La storia recente del Taranto dice che senza i tifosi, il calcio cittadino chissà che fine avrebbe fatto. Nel 2011/12, la squadra rilevata nel 2009 dall’imprenditore Vincenzo D’Addario si ritrovò agli spareggi per la promozione in B, nonostante i 7 punti di penalizzazione inflitti al club per ritardi nei pagamenti degli stipendi. La squadra perse la promozione sul campo, ma la questione più importante riguardava il mantenimento della categoria: c’erano dei debiti da gestire. All’appello mancavano 10 milioni di euro, tra debiti consolidati e l’obolo da pagare per l’iscrizione al campionato successivo. Nonostante le riunioni in Comune, l’interessamento da parte del sindaco e una raccolta fondi di 11mila euro fatta dai tifosi, D’Addario non riuscì a iscrivere il club al campionato successivo di Lega Pro.
I tifosi decisero di non restare a guardare. Affidandosi alla consulenza legale di Diego Riva, appartenente al Supporters Direct Europe, il collettivo che riunisce i supporters’ trust d’Europa. I fan del Taranto ebbero così la possibilità di studiare il meccanismo associativo dell’azionariato popolare. Trentadue soci diedero vita alla Fondazione Taras (dal nome antico di Taranto), con una sottoscrizione di 1000 euro ciascuno. Per il vecchio Taranto non ci fu più nulla da fare, così il nuovo trust fondò il Taranto 1927, da iscrivere al campionato di serie D grazie al Lodo Petrucci. La Fondazione Taras passò in poco tempo a 500 soci, cosa che ha permesso di condividere le quote societarie del nuovo club con alcuni imprenditori tarantini, ognuno con il tetto massimo del 50% di partecipazione.
Campitiello è entrato in scena nel luglio 2014. Imprenditore campano coproprietario della squadra di pallamano femminile della Jomi Salerno, ha rilevato il 51% della società, diventando azionista di maggioranza. Tentando subito il ripescaggio in Lega Pro, deciso però in favore dell’Arezzo. Il 31 ottobre 2014, Campitirllo ha preso il 95% delle quote tramite una ricapitalizzazione, lasciando il 5% alla Fondazione Taras.
Il futuro alungo termine in mano ai tifosi?
Il 15 giugno scorso, mentre tutto sembrava pronto per un nuovo tentativo di ripescaggio in Lega Pro, Campitiello ha annunciato le proprie dimissioni, spiegando in una lettera che “avendo maturato la convinzione che il problema a Taranto sono io e dal momento che il calcio non rappresenta la mia attività primaria e che non ho interessi personali tali che possano stimolarmi a sopportare tutte queste contestazioni anche in presenza di lusinghieri risultati, non osando pensare cosa potrebbe succedere in caso di insuccessi futuri, tolgo il disturbo”. Alla base della sua scelta, oltre ad alcuni contrasti, ci sarebbero anche alcune minacce ricevute sui social network.
Attualmente, il club presenta un’esposizione debitoria di 186mila euro, di cui 15omila verso l’erario e pagabili in 5 anni. In mancanza di un imprenditore disposto a rilevare la maggioranza e tentare il ripescaggio, il Taranto parteciperà alla Serie D. Coni tifosi alla guida del club.