“I fondi in Italia sono proibiti, mi sono fatto l’idea che nel calcio ci sono troppe regole non uniformi”. Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis commenta così l’attività di Doyen Sports, il fondo d’investimento anglo-maltese di Nelio Lucas, l’advisor di Bee Taechaubol che sta dando sostegno il Milan nelle trattative di mercato, e che secondo le ultime indiscrezioni sarebbe stato “ridimensionato” da Silvio Berlusconi dopo il fallimento dei tentativi per portare Jackson Martinez e Geoffrey Kondogbia al Milan. “Continuiamo a dire che il calcio è un’industria ma tutti se ne dimenticano – ha osservato De Laurentiis, prima di partecipare al Consiglio e all’Assemblea della Lega Serie A in via Rosellini a Milano-. Nel ’96 Veltroni fece il decreto per cui i club sono società per azioni, e una spa non può che avere i bilanci a posto, sennò fallisce. Sul decreto si è innestato Platini con il fair play finanziario, che non fa altro che ribadire il concetto. Questo però cozza con il diritto sportivo. E non si capisce per quale motivo la mia Lega e la Federcalcio si ostinano a tenere là una legge che va riscritta”.
Il presidente del Napoli se la prende con l’ex Ministro dello Sport Giovanna Melandri, della quale porta il nome la legge che ha introdotto la Fondazione per la mutualità generale (che oggi distribuisce soldi ai club in maniera non sempre limpidissima) e riscritto le regole di vendita dei diritti tv. “La verità è che manca un ministro dello Sport, la verità è che la Melandri – ha attaccato De Laurentiis – ci ha fatto un guaio di cui continuiamo a pagare le conseguenze. E in base a questo guaio il calcio italiano non è migliorato”.
Lo sfogo di De Laurentiis è proseguito sulle scelte politiche dei club all’interno della Lega: “E poi bisogna smettere di farsi la guerra – ha detto il presidente del Napoli -, qui siamo tutti contro tutti, nel campo della possibile illegalità. Evidentemente c’è un terreno che non è pronto a essere arato”.
Sulla riforma dei campionati e che prevede il passaggio della Serie A a 18 squadre, De Laurentiis si rivolge a Lotito: “Si permette di dire “Aspettiamo tre anni per andare a regime e ridurre le squadre”. Ma perché? Hai bisogno dei voti di chi? Hai la spinta della Serie B? Con chi ti sei messo d’accordo? Perché in questo Paese ci vogliono tre anni a fare le cose?”.
Più tardi il presidente del Napoli ha parlato anche a Radio Kiss Kiss, attaccando il Comune di Napoli per la questione della ristrutturazione dello stadio, il cui prato – lamenta De La – viene rovinato dai concerti estivi di Vasco Rossi e Jovanotti: “Non capisco perché questi concerti non si fanno a piazza del Plebiscito, dove è stato ospitato anche il Papa. Questa situazione mi crea un danno enorme – sostiene il presidente – perché non potremo organizzare le consuete amichevoli estive al San Paolo, che sarebbero state molto utili specie con un allenatore nuovo, un nuovo gruppo di lavoro e alcuni calciatori che si aggregheranno in un secondo momento ai loro compagni. Noi abbiamo già comprato tutte le zolle per procedure alla rizollatura necessari, ma dovremo chiedere alla Lega di giocare la prima partita di campionato fuori casa”.
L’affondo finale è per De Magistris, per anni invitato speciale al San Paolo e ora decisamente in rotta con il presidente: “Se io non ho organizzato concerti per dieci anni a Fuorigrotta, non capisco perché arriva questo sbarbatello e li organizza in una location non adatta ai concerti. Eppure, io sono pronto per presentare il progetto per la ristrutturazione San Paolo, ma a questo punto mi chiedo se ne vale la pena o è meglio aspettare che tra un anno venga eletto il nuovo sindaco. Pensate solo che da mesi l’anello inferiore della Curva A è inagibile…”.