Pirlo Mls – Quando la stagione calcistica volge al termine, abbondano sui media le classifiche. Da quelle ça va sans dire dei singoli campionati a quelle degli introiti, passando per quelle che definiscono i calciatori più “commerciali”.
Anche Repucom non si è sottratta. E alla viglia di una settimana che vedrà protagoniste le nazionali europee di calcio, tra amichevoli e turni di qualificazione agli Europei che si giocheranno tra un anno esatto in Francia, ha elaborato una piccola classifica dei calciatori con l’appeal commerciale più alto del Vecchio Continente.
Come funziona la classifica di Repucom
Una classifica che viene stilata in maniera scientifica, cioè utilizzando precisi parametri oggettivi e numerici. Il primo è la awareness, ovvero quante persone conoscono il calciatore, con una distinzione tra uomini e donne. Quindi, sempre tenendo conto della differenza di genere, si calcola l’appeal del giocatore. Poi c’è la aspiration, ovvero il grado di aspettativa che ogni singola stella del calcio è in grado di generare nel pubblico. A questo si aggiunge la fiducia che sempre il pubblico ripone in lui. Infine, l’appoggio degli sponsor, che si traducono in precisi termini di ricavi. Il tutto viene condito da un parametro, il Global Dbi Score, che risulta dal dato combinato di 13 mercati mondiali, ovvero nell’ordine: Argentina, Brasile, Cina, Francia, Germania, India, Italia, Giappone, Russia, Spagna, Inghilterra e Usa.
Ancora una volta, Cristiano Ronaldo è in cima a tale classifica. In termini di vendibilità complessiva, a livello globale, Ronaldo lascia gli altri player europei indietro. Un risultato in gran parte determinato dalla sua fama in tutto il mondo: l’83% delle persone sa chi è. A livello globale, l’85% di tutti gli uomini e l’80% di tutte le donne hanno sentito parlare della superstar portoghese.

Ovviamente, ogni Paese ha il suo calciatore di riferimento. Ad esempio, nella sua natia Spagna, il 99% della popolazione conosce Andreas Iniesta: il 90% aspira ad essere come lui e il 87% delle persone dichiara fiducia nel centrocampista blaugrana. A livello globale, il 48% delle persone sanno di Iniesta. Ma può anche esserci un evento a modificare i dati di un singolo calciatore. Sono i casi Wayne Rooney e Andrea Pirlo.
Pirlo, massimo brand azzurro nel mondo
In vista dei match dell’Inghilterra contro la Slovenia e dell’Italia contro la Croazia, la conoscenza a livello nazionale dei due calciatori risulta molto elevata: Rooney è conosciuto dal 95% degli inglesi, Pirlo dal 97% degli italiani. Nello specifico, il centrocampista della Nazionale e della Juventus è conosciuto dal 41% della popolazione mondiale, con un appeal globale più alto tra gli uomini (76%) che tra le donne (68%). Tra gli italiani, è l’unico presente nella top ten dei calciatori europei con l’appeal commerciale più alto, con il suo 51,29 di Global Dbi Score.
Ci sono due dati che fanno riflettere. E che potrebbero influire sulle scelte future della carriera del calciatore. La prima è nel trust, cioè nella fiducia che il pubblico mostra nei confronti di Pirlo: 69% nel mondo, 65% in Italia. Numeri bassi, se si considera che il già citato Iniesta ha un trust globale del 71% che sale dell’87% in patria. Numeri invece alti, se comparati a un Eden Hazard che in Belgio raccatta solo il 59% di fiducia nazionale.

I numeri possono quindi essere condizionati dall’età di un calciatore: Pirlo non è più un ragazzino e nonostante abbia quest’anno sfiorato il triplete con la Juve, la sicurezza di un posto da titolare ancora a lungo in bianconero non è una certezza. Ed anche il ritiro dalla Nazionale dopo il disastro azzurro dell’ultimo Mondiale, poi accantonato con l’arrivo sulla panchina dell’Italia di Antonio Conte, ha allungato le ombre sul futuro di Pirlo: contro la Croazia potrebbe essere davvero la sua ultima gara in Nazionale.
Top anche in Mls
Ma non è certo un quadro drammatico. Anzi, nella sua probabile avventura nella Major League Soccer, di cui tanto si vocifera, Pirlo può mantenere lo scettro di italiano con l’appeal commerciale più alto. Qui subentra il secondo dato che ci deve fare riflettere: rispetto agli altri compagni di classifica Repucom, Pirlo, ha introiti molto bassi dagli sponsor. Parliamo di un range di ricavi tra 1,5 e 1 milione di euro a stagione. Uno come CR7, che in pratica è un marchio vivente, all’anno se ne mette in tasca 30 solo dai contratti di sponsorship.
Un suo possibile trasferimento negli States, nel New York City, potrebbe essere una buona mossa commerciale per Pirlo, Nike ma anche Adidas. Perchè negli Usa, la casa del baffo continua a dominare incontrastata il mercato con il 62% delle quote totali. Ingaggiare un giocatore della scuderia Nike significherebbe per lui avere un contratto “onorevole”, vista il suo appeal commerciale europeo proiettato in MLs. Ovvero, in un campionato sempre più in crescita, dove da una parte si prendono ancora campioni europei verso fine carriera, ma dove il movimento calcistico casalingo è sempre più in crescita: basta vedere gli ultimi risultati della nazionale maschile, per non parlare di quella femminile.
Ma anche Adidas ci guadagnerebbe: da sponsor tecnico del New York City, potrebbe contare su un’accoppiata Lampard-Pirlo di non poco conto come forza tecnica ed esposizione mediatica. Il secondo aspetto verrà usato da Pirlo anche a livello social, visto che se e quando sbarcherà negli Usa si porterà in dote oltre 9 milioni di fan tra Facebook, Twitter e Instagram. Un’opportunità tutta da cogliere per il mercato Mls, in cui le squadre sono molto attive a livello di engagement sui maggiori social.