Una parabola in declino, un po’ come quanto accaduto al fuoriclasse a cui è intitolato. Lo stadio di Brasilia, dedicato all’ultimo meraviglioso interprete del futbol bailado, Manè Garrincha, campione del mondo assieme a Pelè nel 1958, ha cambiato destinazione d’uso: da tempio del calcio a deposito autobus.
Uno stadio da 72 mila posti, ma a Brasilia non c’è una vera squadra professionistica
Declino dicevamo, perché a Brasilia non c’è una vera e propria squadra professionistica né dunque un pubblico capace di riempirne le dimensioni, 72000 posti. Il Brasilia Fc, la squadra locale, non vede la massima serie da un decennio e nelle giornate più favorevoli riempie a malapena una tribuna dell’impianto: la media spettatori è infatti di soli 10 mila spettatori. Pochi, troppo pochi per sostenere anche il solo costo di manutenzione, pari a 145 mila euro mensili. Ed ecco che il governo, per mettere una pezza agli sprechi, ha deciso di sfruttarne lo spazio per farci una zona adibita alla custodia dei mezzi di trasporto cittadini. Ben 400.
Il secondo stadio più costoso, dopo Wembley
Uno stadio fin dal principio discusso, perché il rischio era quello di ritrovarsi in casa un gigante da 500 milioni di euro (a tanto sono ammontate le spese, secondo dati ufficiali), senza un vero padrone che potesse utilizzarlo nel tempo. Ricostruito infatti per ospitare ben sette gare della Coppa del mondo (compresa la finale terzo e quarto posto), dopo la manifestazione FIFA infatti, l’impianto, senza una squadra degna e un pubblico appassionato come a Rio o San Paolo, ha ospitato qualche gara amichevole a livello internazionale. Poi, il nulla. E’ il secondo stadio più costoso al mondo, dopo Wembley.
Tra corruzione e tangenti, il costo è lievitato a 900 milioni
Si dice anche che, in realtà, il costo della ristrutturazione, tra tangenti e corruzione a vari livelli, sia lievitato all’incredibile cifra di 900 milioni. Di riutilizzo difficile parlarne, e a poco servirà ospitare la gara di apertura del campionato brasiliano tra Cruzeiro e Corinthians, senza una vera e propria politica di valorizzazione: perché nella patria del calcio, senza una squadra all’altezza, di uno stadio si fa ben poco. Brasilia, in questo senso, è, senza mezzi termini, una vera e propria anomalia, un caso unico. E dati i costi di gestione, possiamo già anticipare il futuro: il Manè Garrincha, quasi certamente, finirà per essere un pezzo d’antiquariato costosissimo, un vero e proprio monumento allo spreco.