Glasgow Rangers, il piano della rinascita: 20 mln subito, poi l'Europa

Alle 18 di giovedì, Dave King è atterrato a Glasgow per completare l’opera di acquisizione dei Rangers e dare avvio ad una nuova era: quella che dovrà riportare i…

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Alle 18 di giovedì, Dave King è atterrato a Glasgow per completare l’opera di acquisizione dei Rangers e dare avvio ad una nuova era: quella che dovrà riportare i Blues nel firmamento del calcio scozzese e internazionale. Per i tifosi, è lui l’uomo della “Provvidenza”, e, infatti, l’Assemblea di venerdì ha sentenziato, con l’85% dei voti a favore, il controllo del “boardroom” da parte del consorzio-King, con Douglas Park nuovo direttore.

 Servono almeno 20 milioni

E’ dunque cominciata una nuova vita per il club più titolato di Scozia. Con una priorità su tutte: rastrellare i fondi necessari a salvarlo da un destino annunciato. Servono infatti almeno 20 milioni di sterline da iniettare nel breve termine, e se King non si vede come unico investitore nel club di Ibrox (spartendosi l’onere con gli altri maggiori azionisti), anche nel tentativo di “democratizzare” la nuova gestione rispetto alla precedente, fin troppo Ashley-dipendente, i Rangers, entro un paio d’anni, dovrà tornare ad essere un club finanziariamente stabile e sportivamente competitivo.

Sfidare il Celtic per assicurarsi i ricavi Champions

Le ambizioni infatti non mancano: King, alla vigilia dell’Assemblea, ha sottolineato di voler riportare la squadra a riproporsi come seconda forza del campionato (dietro al Celtic) per un ritorno, non troppo posticipato nel tempo, in Europa League. I risultati sportivi avranno infatti un ruolo determinante nella “rinascita” societaria: la sfida al titolo all’altra squadra di Glasgow, complice anche un torneo non troppo competitivo, sarà soprattutto una “guerra” per assicurarsi i ricavi legati alla qualificazione in Champions League.

La scelta di un nuovo Nominated Advisor

L’addio del Nominated Advisor (Nomad) WH Ireland (come scriveva ieri C&F), che ha comportato la sospensione della negoziazione del titolo alla Borsa di Londra, rientra nella strategia “terra bruciata” che gli uomini di Ashley hanno intrapreso nel disperato tentativo di complicare i piani di rinnovamento. La nomina di un nuovo Nomad, invocata anche dall’ormai ex CEO Derek Llambias per punzecchiare King, è un processo che richiede tempo, ma non troppo: tra poco meno di un mese, dovrà saltare fuori il nome dell’advisor, altrimenti il titolo del club sarà cancellato dalle contrattazione nell’AIM. Tuttavia, spezzare la dipendenza economica dai prestiti di Mike Ashley è stato il primo passo per riconsegnare al club non solo una dignità perduta, ma per ricostruirne effettivamente le potenzialità. Ciò che interessa, più di ogni altra cosa, alla Nomad che King avrebbe già scelto.

Meno di 5 anni per ricostruire ma l’autofinanziamento per ora resta un miraggio

In prospettiva, secondo King, fra meno di 5 anni il club potrà tentare di riprendersi il posto al vertice del calcio scozzese.Tuttavia la rinascita, quella vera, sarà tale solo quando  i Rangers saranno in grado di autofinanziarsi: secondo il nuovo numero uno del club, l’autonomia dei mezzi è possibile, tuttavia non a breve. C’è ancora molto da fare: investire nella squadra, riportare massicciamente i tifosi allo stadio per dare impulso alla  crescita dei ricavi.  La sfida al Celtic, per ora, rimane complicata, forte com’è dell’indotto europeo, di un nuovo accordo di sponsorship tecnica (con New Balance) e di una situazione economico-sportiva all’opposto rispetto a quella vissuta finora dall’altra “metà” di Glasgow. Per questo King ha chiesto l’aiuto di tutti, specie alla “fan-base” che partecipa alla vita economica della società.