In Spagna è bufera sulla nuova legge sui diriti tv che dovrebbe garantire una più equa ripartizione dei proventi tra tutti i club del campionato spagnolo. Le società della massima serie iberica sono infatti pronte a boicottare la Liga se il governo non dovesse passare a breve la legge sulla contrattazione collettiva dei diritti televisivi. Lo ha dichiarato il presidente dell’Espanyol Joan Collet con parole durissime. “Siamo pronti a fermare La Liga se questa legge non viene fuori in una, due o tre settimane“, ha detto alla radio spagnola. “Ho già parlato con club come Valencia. Dovremmo tenere un’altra assemblea, ma noi siamo pronti, se il governo non si da una mossa“.
Per Real e Barcellona la metà della cifra sui diritti tv destinata al campionato spagnolo
La Liga, dove i diritti di trasmissione sono detenuti da Mediapro, emittente con sede a Barcellona, è l’unico grande campionato europeo in cui i club negoziano individualmente i loro contratti televisivi. Questo non ha fatto altro che produrre una forbice tra le due big del torneo, Real e Barcellona, e il resto dei club del campionato. I commenti di Collet arrivano infatti il giorno dopo un accordo storico riguardante la Premier League inglese: un nuovo contratto collettivo con Sky e BT Sport per il triennio 2016-19 del valore di 5,2 miliardi di sterline (7,95 miliardi dollari). Il Real Madrid, il club più ricco al mondo per reddito generato, e il Barcellona, il quarto, insieme incassano circa la metà dell’annuale cifra distribuita per i diritti tv relativi alla Liga: 650 milioni di euro, uno dei motivi che di solito permettono ai due club di ambire ogni anno a grandi traguardi, nazionali e internazionali.
“Una vergognosa situazione”
Secondo Esteve Calzada, CEO della società di consulenza con sede a Barcellona Prime Time Sport, in Inghilterra il rapporto tra la squadra che incassa la cifra più alta nella ripartizione dei proventi da diritti tv e quella che ottiene il minimo è di circa 1,5 a 1, mentre nella Liga il rapporto è di 10 a 1 . La squadra che guadagna il minimo nel nuovo accordo Premier League riceverà una cifra che in nessun altro campionato è attualmente possibile: 106 milioni di sterline a stagione, mentre in Spagna, il club “fanalino di coda” nella ripartizione dei proventi ottiene solo 11 milioni di euro. Sono invece 110 i milioni di euro per Real e Barca. Molti club della Liga, in questa situazione, tra i quali Espanyol, Valencia e Siviglia, sperano dunque in una rivoluzione a breve: un un accordo collettivo, che, se da una parte, consentirebbe loro di esigere di più dalle emittenti, dall’altra creerebbe condizioni di maggior equità anche in vista di una competizione sportiva più equilibrata.
“Stiamo mantenendo questa situazione vergognosa con due club (Real e Barca) che guadagnano quello che nessun altro in Europa guadagna“, ha detto ancora Collet. “I contratti TV correnti vedranno presto la loro fine e perché la legge non è stata approvata non possiamo negoziare i nuovi“, ha aggiunto. Collet ha indicato in interferenze politiche il ritardo nella legge e ha sottolineato il dietrofront del Barcellona che sembrava pronto ad accettare il cambiamento. Un problema, questo, denunciato anche dalla FASFE, la Federacìon de Accionistas y Socios del Fútbol Español, organizzazione democratica e indipendente che rappresenta gli interessi dei piccoli azionisti e delle associazioni dei tifosi in Spagna, che ha presentato, lo scorso gennaio, una denuncia formale agli organi UE competenti per l’iniquità della ripartizione dei proventi da diritti tv nella Liga spagnola.
Fabio Colosimo