Giochi Preziosi fa affari coi cinesi: ecco i milioni per costruire un colosso

La seconda azienda di giocattoli d’Europa dopo la Lego appartiene al proprietario del Genoa: la sua Giochi Preziosi, 900 milioni di ricavi consolidati e un ebitda tra i 50 e…

La seconda azienda di giocattoli d’Europa dopo la Lego appartiene al proprietario del Genoa: la sua Giochi Preziosi, 900 milioni di ricavi consolidati e un ebitda tra i 50 e i 55 milioni nel 2014, ha bisogno di risorse fresche per chiudere la procedura di salvataggio aperta in Tribunale. Servono circa 130 milioni di euro e il boss del Genoa sa dove andare a cercarli: in Asia, come accade sempre più spesso anche nel calcio.

Prima di tutto Preziosi – secondo il Corriere della Sera – unirà le forze con la Artsana della famiglia Catelli, che detiene il marchio Prénatal, per creare una Holding dei giochi. Poi farà entrare nell’affare Michael Lee, “cinese di Taiwan, erede di uno dei più grandi gruppi nelle pietre preziose, proprietario di miniere di rubini e smeraldi tra Sri Lanka, Tanzania e Burma, nonché azionista rilevante – si legge sul quotidiano milanese – dell’Istituto gemmologico asiatico di Bangkok. Ma anche produttore e distributore di giocattoli e da decenni compagno d’affari e fornitore di Preziosi”.

Per prima cosa Preziosi e Artsana metteranno in piedi insieme questa Holding dei giochi da 200 milioni, formata dai 130 negozi del patron del Genoa (valutati 100 milioni) e da Prénatal, che ne vale 30, al quale la famiglia Catelli aggiungerà un aumento di capitale da 70 milioni per arrivare al 50% e per fornire le risorse necessarie ad inglobare anche i Bimbo Store. Poi toccherà a Michael Lee di Ocean Gold Global, che non entrerà nella Holding dei giochi ma direttamente in Giochi Preziosi, sottoscrivendo l’aumento di capitale da 60 milioni che servirà per liquidare il 38% in mano a Clessidra e ai suoi coinvestitori e per portare la Fingiochi (di cui Enrico Preziosi detiene il 75%) al 51% di Giochi Preziosi.

L’imprenditore cinese salirà fino al 34% del capitale di Giochi Preziosi, il cui restante 15% è in mano a Intesa Sanpaolo e Idea Capital Funds. L’operazione deve ancora ricevere l’approvazione delle 12 banche finanziatrici, che però sarebbero destinatarie di 100 milioni di quei soldi provenienti da Taiwan, utili a limare i loro crediti. E chissà che Preziosi non abbia una mezza idea di percorrere una strada simile anche con il suo “giocattolo” di maggior valore. Quello rossoblù.