Poche parole, senza scoprirsi troppo. Ma uno slogan, che i tifosi del Parma si segneranno: “Pagheremo tutto”. Non solo: “Fidatevi di me per i prossimi 10 anni”. Giampietro Manenti si è presentato come nuovo proprietario dei gialloblu, il terzo in pochi mesi dopo Ghirardi e Doca. Lo ha fatto assieme al manager Fiorenzo Alborghetti, nella pancia dello stadio del Tardini, qualche ora prima del match salvezza contro il Chievo. Una salvezza che, inevitabilmente, passa prima dai bonifici che Manenti spera di accreditare il prima possibile nei conti di giocatori e staff.
Tempi brevi, tanti dubbi
La prima scadenza è fissata per il 16 febbraio: vanno onorati stipendi e contributi Irpef, per evitare sanzioni in classifica. Il Parma, in caso di mancati pagamenti, rischia una penalità fino a 3 punti, poiché recidivo (è già successo in questa stagione, sotto la gestione Ghirardi). “Stiamo correndo e rincorrendo i tempi. A breve ci sarà il nuovo cda. Abbiamo preso il Parma a ridosso di scadenze importanti e conto di arrivare ad onorare tutto in tempo”, esordisce Manenti. “Grazie a Pietro Leonardi siamo riusciti a quantificare l’impegno nell’immediato, il 16 è una data importante e che vogliamo rispettare. Due giorni fa (lunedì, ndr) sono state raccolte le necessarie firme, al più tardi domattina (giovedì) partirà la prima tranche di pagamenti. Non verranno fatte distinzioni tra staff e giocatori, cercheremo di pagare tutti ovviamente in parti uguali”. Tra il 18 e il 22 febbraio, secondo Manenti, avverrà la seconda tranche dei pagamenti: “Per sbloccare la situazione, Mps si è messa a disposizione fin da subito”, aggiunge Manenti.
Eppure, al di là delle dichiarazioni, i dubbi restano. Ad esempio, sul passato di Manenti, che aveva cercato di prendere sia la Pro Vercelli che il Brescia. “Riguardo la Pro Vercelli, posso dire che mi ero posto come interlocutore di un gruppo che voleva investire in Italia e che poi ha acquistato un grande club europeo. L’investitore voleva un club che fosse di A o di B e la Pro Vercelli stava andando in Lega Pro. Sul Brescia, posso dire che Ubi Banca, principale creditore della società lombarda, aveva dichiarato la Mapi Group solvibile, ma Corioni non si è presentato per la vendita del club”.
“A Parma arriveranno soldi dall’Est Europa”
Sui debiti del Parma, Manenti spiega che “Avevamo interpellato il club a fine ottobre, ma con Ghirardi non se n’è fatto più nulla, non siamo stati ritenuti interlocutori attendibili. Conosciamo la situazione del Parma, anche se le cifre sul suo debito girate in questi giorni sono gonfiate”. Come riemergere? “Con un piano industriale di 5 anni, che prevede come primo step una ristrutturazione aziendale. Abbiamo degli obiettivi da raggiungere e per farlo coinvolgeremo degli investitori stranieri: Mapi Group veicolerà investimenti stranieri di un certo calibro”, spiega Manenti. Che però non rivela nomi: “Non è nostro costume farli senza avere carte in mano. Posso dire che si tratta di investitori interessati al tessuto industriale locale, a cominciare dal settore gastronomico. Da dove vengono? Est Europa, Polonia, Bulgaria, Slovenia”.
Dunque la Mapi Group farà da veicolo per soldi stranieri. Qualcuno in sala stampa fa notare che il capitale sociale della società con sede a Nova Gorica è di soli 7mila euro e che lo scorso anno non è stato prodotto fatturato. “Ma chi è quel matto che si prende una società sapendo di fallire?”, chiede di contro Alborghetti. Dal canto suo, Manenti, spiega che “Mapi Group è nata nel 2013 per una singola operazione. Lo scarso volume d’affari è spiegato dal fatto che volevamo acquisire il Gruppo Pigna (di cui Alborghetti è manager, ndr) senza riuscirvi. La società però è attiva: abbiamo nel 2014 creato Mapi Italia e Mapi Ambiente, e stiamo per crearne altre, come Mapi Fashion”. Incalzato dalle domande sulle banche coinvolte, Manenti assicura che dietro l’operazione, oltre Mps, ci saranno Hsbc e Barclays. E che il mercato degli investitori spazierà fino alla Turchia.
Gli obiettivi nell’immediato
“Finchè la matematica non ci condanna, lottiamo per la Serie A. Anche perché restare nella massima serie significa avere introiti maggiori, oltre che un maggiore appeal”. Cosa cambierà all’interno del club? “Vogliamo rivedere e ampliare il settore giovanile, esplorando zone come la Cina, o la Romania. E poi vogliamo dare più attenzione alla community, cioè ai tifosi e alle loro famiglie: stiamo studiando una serie di benefit per tutti i sostenitori del Parma”.
Alessandro Oliva