Swissquote – Il Manchester United ha firmato un accordo di sponsorizzazione con una società finanziaria di trading online, la Swissquote, ampliando così le proprie partnership commerciali che hanno contribuito a rendere il club inglese una delle squadre più ricche del mondo del calcio.
Il Manchester United non ha ancora rivelato il valore dell’accordo, ma si tratterebbe di un accordo pluriennale. Il club di Premier League, per venti volte campione d’Inghilterra, ha 659 milioni di seguaci in tutto il mondo, rendendo il suo brand molto attraente per grandi marchi come Chevrolet e Adidas. Swissquote ha detto che l’accordo globale gli permetterà di utilizzare la popolarità dello United in Asia, aiutandola così a raggiungere i suoi obiettivi di espansione in Cina. Tra i benefici del contratto ci sarà anche la possibilità data ai clienti di Swissquote di incontrare i giocatori del club britannico e di andare “dietro le quinte” dell’Old Trafford.
Swissquote, la società di trading è stata “stordita” dal’abbandono del capping del franco
Swissquote è una società di trading online con sede a Ginevra che consente agli investitori al dettaglio di comprare e vendere valuta estera, azioni, obbligazioni e altre classi di attività. Come altri broker del mercato del forex Swissquote ha subito delle perdite dopo che la banca centrale svizzera ha “stordito” i mercati questo mese quando ha abbandonando il capping sul franco svizzero. La ricaduta ha messo in ginocchio Alpari UK, sponsor di maglia del West Ham, mentre la Swissquote è stata costretta a prenotare 25 milioni di franchi da mettere a disposizione ai propri clienti che si sono trovati in difficoltà dopo l’impennata del franco.
La capacità del Manchester United di aumentare i propri ricavi fuori dal campo lo ha reso il secondo club più ricco del mondo dietro il Real Madrid, nonostante una flessione delle sue fortune sportive. Il Managing Director dello United Richard Arnold ha detto che il suo club ha ancora molto spazio per sviluppare altre sponsorizzazioni in diverse aree di business.
Alberto Lattuada