Liga-La pirateria è uno dei principali problemi del calcio di oggi, sempre più legato alle tv e ai milioni che gli girano attorno. I proventi da diritti tv sono infatti (specie nel caso italiano) una delle voci più importanti a bilancio di molti club europei, stante i differenti modelli di contrattazione che determinano poi la ripartizione e le relative “quote”. Per questo, le emittenti televisive private sono in continua bagarre non solo per assicurarsi la possibilità di trasmettere i tornei più affascinanti al mondo, quanto quella di poter realizzare enormi profitti mettendo le mani sul mercato-calcio.
La pirateria nella Liga: il cardsharing
Eppure il risultato appare diverso perché la pirateria riduce di parecchio le aspettative delle catene tv che, secondo FutbolFinanzas, a fronte di investimenti economici stratosferici, vedono, una stagione dopo l’altra, ridursi drasticamente spettatori e ricavi. Un problema in crescita e dovuto alla “nascita” del fenomeno definito cardsharing. Il cardsharing non è altro che un sistema rudimentale di diffusione, illegale ovviamente, che utilizza un solo sistema di abbonamento tv per diversi “terminali”. In sostanza, si utilizza un account a pagamento di tutti i canali a pagamento di una piattaforma (compresi i canali di calcio), che viene diffusa tuttavia nelle case di molte persone durante il periodo massimo di un anno (attraverso Internet). Con questo sistema, il costo dell’abbonamento è pagato da tutti coloro che sfruttano il sistema di quello che può essere definito “l’offerente“, al quale poi viene riconosciuto un beneficio economico per aver “prestato” il servizio. Un “trucco” per aggirare la logica dei DreamBox, un decoder basato su tecnologia Linux attraverso il quale “settare” il pacchetto voluto dietro l’utilizzo di specifici codici (da aggiornare) presi da Internet.
Il caso Rojadirecta
Emblematico in tal senso il caso del portale spagnolo Rojadirecta, uno dei più famosi siti in streaming del web, che, in seguito agli esposti in Prucura di Rti e della Lega calcio, fu “bloccato” dal gip di Milano Andrea Ghinetti. Il gip nel suo provvedimento per il reato di violazione della legge sul diritto di autore chiarì poi che “la diffusione telematica” da parte “del portale Rojadirecta” delle “trasmissioni sportive su cui la Lega Nazionale Giocatori Professionisti di calcio vanta i diritti di privativa” esula dai “confini dell’uso strettamente personale“. Il sito, inoltre, secondo il gip, aveva “provata finalità lucrativa”, per via delle “inserzioni pubblicitarie”. Per il giudice, quindi, “l’oscuramento del sito, mediante il ricordato strumento dell’ordine di inibitoria ai fornitori di connettività, si pone come unico e necessario strumento di contrasto”.
Un problema concettualmente diverso dal cardsharing, seppur tuttavia simile negli esiti, in quanto, nel caso di Rojadirecta, si trattasse in realtà di streaming sul sito stesso, prendendo cioè “in prestito” le immagini dalla pay tv diffuse dietro il collegamento dell’utente.
Un problema non solo della Liga
Il grosso del problema è dunque sulle palle delle principali emittenti televisive, che si trovano a confrontarsi con il fenomeno. Nei giorni scorsi, ad esempio, l’offerta di Al-Jazeera al Valencia per assicurarsi i relativi diritti televisivi ammonta a ben 150 milioni di euro. Uno sforzo economico non indifferente che il cardsharing e la sua logica non renderebbero conveniente: i ricavi di Al–Jazeera infatti, legati alla gestione del contratto con il club di Peter Lim, si ridurrebbero addirittura del 45%. Anch’essa una notevole somma di denaro che non finirebbe nelle casse della nota emittente tv araba.
In tal senso, le formule per cercare di porre fine agli attacchi pirati al calcio sono al vaglio. Un problema che non riguarda tuttavia solo l’Europa: negli Stati Uniti infatti, il fenomeno aumenta di anno in anno, ed è cresciuto in un solo triennio (2010-2013) del 18%. In Spagna, come sottolinea il noto portale spagnolo, sono sempre più frequenti le campagne anti-pirateria, specie quella della Liga (LFP) attraverso uno slogan ad effetto “Se trucchi il calcio, danneggi la tua squadra“. Ma ciò che è chiaro è che la guerra non finisce qui perché la pirateria, oggi, nel business entertainment che è diventato il calcio, è un problema serio, da non trascurare e sottovalutare.
Fabio Colosimo