Presidenza FIFA-Dopo mesi di speculazioni, voci e illazioni, la candidatura del Principe Ali Bin Al Hussein di Giordania per la presidenza della FIFA a maggio, è invece una realtà: la sfida a Sepp Blatter è aperta, e con il principe Alì sale a tre il numero dei candidati ufficiali in lizza per il ruolo di numero uno nel mondo del calcio. L’altro è Jerome Champagne.
Anche Ali Bin Al Hussein per la presidenza FIFA
Il principe Ali Bin Al Hussein infatti, il giovane riformatore che ha condotto una lunga campagna per il cambiamento in seno all’organo di governo del calcio mondiale, ha rilasciato una dichiarazione proprio questa mattina confermando la personale candidatura nelle elezioni del 29 maggio, con il proposito di spodestare il veterano svizzero (alla ricerca del quinto mandato) e il suo monolitico potere presidenziale.
“Sto cercando la presidenza della FIFA perché credo sia giunto il momento di spostare l’attenzione lontano da polemiche amministrative e per un ritorno allo sport“, ha detto il principe Ali. Conscio che i rapporti di forza ora stanno cambiando: i petrodollari, le sponsorship sempre più frequenti tra i maggiori club europei e le più importanti multinazionali arabe (Emirates, Ethiad, Qatar Airways), gli sceicchi sempre più interessanti al business del calcio, in ultima analisi, sono ormai una realtà in grado di scardinare le gerarchie esistenti.
Ali Bin Al Hussein ha poi sottolineato di essersi trovato di fronte ad una scelta non semplice: “Questa non è stata una decisione facile. E ‘venuta dopo un’attenta valutazione e molte discussioni con i rispettabili colleghi FIFA. L’interesse dovrebbe essere per il calcio, non per la poltrona FIFA”.
Ali Bin Al Hussein convinto da Michel Platini
Il principe di Giordania è stato principalmente incoraggiato a candidarsi per prendere il posto di Sepp Blatter da Michel Platini e la UEFA, alla disperata ricerca di un candidato alternativo da sostenere per la poltrona dello svizzero, dopo la decisione del francese di non presentare alcuna candidatura. UEFA che metterà a disposizione tutto il suo “peso” politico per sostenere il nome del principe, probabilmente con più entusiasmo della sua stessa confederazione, divisa per la sua decisione di concorrere alla poltrona presidenziale. Shaikh Salman bin Ebrahim Al–Khalifa, presidente della Confederazione calcistica asiatica (AFC) infatti, ha già indicato il supporto per Blatter.
Gli alleati di Alì bin Al Hussein
Ma ad Ali non mancano gli alleati. Il principe infatti è diventato un caro amico di presidente della US Soccer Association Sunil Gulati anch’esso, si diceva, in corsa per la presidenza mondiale. A Insideworldfootball, nel settembre scorso, Gulati ha tuttavia sottolineato di non aver alcuna intenzione di concorrere alle elezioni di maggio, di fatto, smentendo le voci sul suo conto. Gulati sarà dunque, con ogni probabilità, un forte sostenitore del principe Ali e ci si aspetta che lo stesso indirizzi verso il principe almeno i voti dei Caraibi, o, ancor meglio, produca la “divisione” di una federazione, la CONCACAF, che da tempo ha indicato che molto probabilmente darà il suo supporto a Blatter. Accanto al sostegno della UEFA per il principe Ali, anche Moya Dodd, rappresentante femminile del Comitato esecutivo della FIFA, è molto vicina al giordano e pronta a sostenerlo.
La necessità di rinnovare la FIFA
Il principe Ali, attuale vicepresidente del collegio internazionale, è stato tra i primi amministratori di alto livello a chiedere la pubblicazione integrale della relazione dell’ex rappresentante della camera inquirente del Comitato etico della FIFA, l’americano Michael Garcia, chiamato ad indagare sulle possibili irregolarità durante il processo di offerta della Coppa del Mondo 2018 e 2022 da parte di Russia e Qatar. Uno scandalo che ha minato il trono di Blatter e la solidità del suo potere. Nelle ultime settimane, tuttavia, una possibile sfida proveniente dal principe Ali era apparsa un’ipotesi con chance al ribasso, dati i rischi insiti in uno “scontro” con Blatter specie in relazione al sostegno sul quale Ali avrebbe potuto contare. L’incoraggaiamneto da parte di molti colleghi ha però indirizzato la decisione.
“Il messaggio che ho sentito, più e più volte, è che è giunto il momento per un cambiamento“, ha detto Bin Hussein. “Il mondo del calcio merita un organo di governo di livello mondiale – una Federazione Internazionale che sia un’organizzazione di servizio e un modello di etica, trasparenza e il buon governo. La FIFA esiste per servire uno sport che unisce miliardi di persone provenienti da tutto il mondo, persone con opinioni di carattere politico, religioso e sociali diverse e divergenti, che si riuniscono nel godimento di questo gioco“.
Fabio Colosimo