Tottenham, il White Hart Lane sta stretto. Uno stadio nuovo per sfidare le "big" della Premier

Anche se giuridicamente la questione è ancora in attesa della soluzione finale, uno dei club con più tradizione nel calcio britannico, il Tottenham Hotspur, ha cominciato a fare passi da…

Anche se giuridicamente la questione è ancora in attesa della soluzione finale, uno dei club con più tradizione nel calcio britannico, il Tottenham Hotspur, ha cominciato a fare passi da gigante per veder diventare realtà ciò che, ad oggi, si tratta ancora di un sogno di tifosi e dirigenza: la costruzione di un nuovo stadio, sulla falsariga di quanto è successo ad altre due grandi della Premier League come Arsenal e Manchester City, “emigrati” in due degli stadi più moderni e avveniristici d’Europa, l’Emirates e l’Ethiad Stadium.

Due impianti, quelli dei Gunners e dei Citizens, nuovi di zecca che, oltre ad aver fatto schizzare i ricavi ai botteghini, hanno suggellato il sentimento d’appartenenza tra squadra e tifosi, grazie alla “vivibilità” della struttura e alle attività proposte al suo interno. Lo stesso vorrebbero fare i dirigenti degli Spurs: il vecchio White Hart Lane infatti, con una capacità da 36.000 unità, sta stretto ai profitti a cui aspira la società, vista anche la lunga lista d’attesa legata alle richieste d’abbonamento, che toccano quota 47.000.

L’idea di base sarebbe quella di abbandonare il vecchio impianto dal 2017 ma, per avere pronto il nuovo stadio per la stagione 2017/2018 senza la necessità dell’anno di transizione, il club britannico ha dunque cominciato a lavorare facendo i primi passi nel consolidamento di un progetto che si presenta piuttosto complicato. Una questione tutt’altro che facile da sbloccare, come sottolinea Marketing Deportivo, a causa di una spinosa problematica legale che vedrebbe coinvolta l’area adibita al progetto.

La controversia legale

Da un lato infatti, il Tottenham avrebbe già raggiunto un accordo con la M Anderson Construction, in modo tale che sia questa la compagnia responsabile dell’esecuzione dei lavori sul nuovo sito in cui il club vorrebbe si disputassero le gare della squadra. La capacità prevista sarebbe poi di 56.000 spettatori, proprio vicino a White Hart Lane. A tal fine, i vertici della società avrebbero già firmato un contratto con la M Anderson dal valore di ben 50 milioni di sterline (€ 65.000.000).

Ma molti esperti ritengono che i funzionari del club abbiamo affrettato i tempi in quanto ci sarebbero ancora notevoli ostacoli da superare per avere campo libero alla concretizzazione dell’opera. Soprattutto a causa della controversia legale con la società con sede proprio sul terreno su cui si intenderebbe costruire il nuovo stadio e che si rifiuta di lasciarlo agli Spurs: senza la firma dell’Archway Metal Works Ltd infatti, i lavori non decollerebbero e il club sarebbe costretto a giocare in un impianto “preso in prestito”, come Wembley, Upton Park oppure MK Don. Un nodo ancora tutto da sciogliere.

L’idea dello stadio

Il tema dello stadio per il Tottenham non è affatto nuovo. L’idea risale già al 2012, quando il club inglese ha deciso di cancellare la propria partecipazione dal mercato azionario, per passare la gestione in mani private. La decisione, in tal senso, è stata parte di una linea strategica elaborata dai manager del club e che avrebbe permesso loro di raccogliere fondi per la costruzione dell’impianto del futuro. Uno dei pilastri, tra le altre cose, su cui i proprietari del club vogliono si costruisse il “nuovo” Tottenham, ritenendo che ad esso si colleghi la stessa sopravvivenza del club.

La decisione finale di costruire un nuovo stadio, però, è stata presa dopo il rifiuto delle autorità britanniche di concedere al Tottenham la gestione dello Stadio Olimpico di Londra dopo la fine delle Olimpiadi svoltesi proprio nella capitale, gestione che è stata assegnata poi al West Ham United.

Fabio Colosimo