Thohir, le basi di un progetto triennale per rilanciare l'Inter in campo e fuori

Direttamente dagli Stati Uniti, dove si trova impegnata l’Inter in tourneè, Erick Thohir ha rilasciato un’interessante intervista alla Gazzetta…

Direttamente dagli Stati Uniti, dove si trova impegnata l’Inter in tourneè, Erick Thohir ha rilasciato un’interessante intervista alla Gazzetta dello Sport. Il presidente nerazzurro ha spaziato molto sugli argomenti, dal mercato, ai progetti a medio-lungo termine, fino al rimpasto dirigenziale che ieri ha visto l’ingresso di una nuova, importante, figura.

Che è il primo tema affrontato da Thohir, che spiega i motivi delle scelte e le nuove prospettive in ambito societario:”Ho sempre creduto che serva un gruppo forte, dentro e fuori dal campo. Ai dirigenti che già c’erano e che stanno facendo benissimo, abbiamo aggiunto gente come Michael Bolingbroke, Claire Lewis, Dan Chard e Luca Innocenti. Scelti non perché sono miei amici, ma per una carriera ricca di successi. Se poi mi chiede se sono soddisfatto, le dico di sì ma che è presto per tirare conclusioni. Vedremo i primi risultati nel giro di un paio di mesi. Nel calcio non ci sono certezze. Dovremo lavorare duro, dare il meglio”.

Poi continua, annunciando che altre figure dirigenziali potrebbero essere necessarie dopo l’arrivo di Bolingbroke, Lewis e Chard. L’incontro di lunedì è servito per farsi conoscere e per gettare le basi del futuro:”Potrebbero esserci altri nuovi innesti, ma a volte è giusto far crescere di posizione anche chi era già parte del gruppo. Ausilio è l’esempio più lampante. E’ stato un confronto importante. Intanto perché alcuni dirigenti ancora non si conoscevano tra di loro. Abbiamo gettato le basi di un progetto triennale in cui voglio che tutti si sentano coinvolti, sapendo cosa fanno gli altri. Siamo molto chiari a livello di obiettivi e di cose da migliorare”.

Sul mercato, il presidente nerazzurro sottolinea vincoli e possibilità, soprattutto in merito alla possibilità di prendere un top player, come si augura la piazza: “Abbiamo della liquidità per muoverci comunque, ma serve equilibrio nel bilancio. Di certo non potremo solo comprare. Ma non vogliamo prendere qualcuno che possa creare problemi all’interno dello spogliatoio. Cosa serve prendere una star se poi fa ombra a un potenziale top player come Kovacic o Icardi. Può servire di più un nome meno di grido, ma esperto e più funzionale al progetto. Tenendo conto che, playoff permettendo, quest’anno saremo impegnati su tre fronti”.

Medel, Osvaldo, Hernandez, Thohir sui nomi non ha fretta di sbilanciarsi:”Non sappiamo, il mercato è aperto. La cosa fondamentale è rispettare gli altri club. Per questo non voglio assolutamente che i miei dirigenti parlino con i giocatori prima che con le loro società. E’ ovvio che dobbiamo prendere un centrocampista e un attaccante. Ma fare nomi non aiuterebbe le nostre strategie. Allo United sono in atto tanti cambiamenti. Sarà utile vedere all’opera i loro giocatori e parlare con i dirigenti. Magari si parla di Hernandez, poi magari alla fine dai Red Devils prendiamo un centrocampista”

Colloqui con la squadra e il tecnico Walter Mazzarri, Thohir racconta quali sono state le sue sensazioni sul gruppo e sull’allenatore:”Ho visto i ragazzi domenica all’allenamento, dovevo vederli a cena lunedì ma si sono allenati fino a tardi. Li saluterò prima della gara col Manchester United. Lunedì eravamo in pullman insieme e lo prendevo in giro (Mazzarri). Mi piace la sua carica in partita e vedendolo sorridere spesso gli ho detto che ero preoccupato perché se lui sorride la squadra si rilassa. Scherzavo, ovviamente, ma davvero vorrei che il gruppo avesse la stessa faccia da battaglia che ha Mazzarri. Uno che non si rilasserà mai del tutto, cerca sempre il meglio. E’ parte del suo carattere”.

Sui giovani in squadra e sui nuovi appena arrivati, l’indonesiano è entusiasta, soprattutto quando parla di Nemanja Vidic “Spero che top player lo diventino Kovacic e Icardi. Mentre Nemanja è un leader, così come Hernanes e altri giocatori esperti che possono far crescere i compagni. Il match contro il Real ha confermato che Vidic è un condottiero. Dodò è davvero eccitante, fa giocate che accendono la folla. M’Vila ha bisogno di un po’ di tempo. E quando parlerà non soltanto francese potrà inserirsi più in fretta”.

L’addio a Cambiasso infine è stata una scelta dai risvolti puramente sportivi, funzionale allo svecchiamento della rosa:”Detto che ci sono ancora tanti argentini e Zanetti è vicepresidente, era una questione di età media, visto che abbiamo già qualcuno oltre i 30 anni e altri molto vicini. Anche per questo abbiamo preso gente come Dodò e M’Vila, che hanno meno dei 26,5 anni di media che ci proponiamo come obiettivo. Poi perché ritenevamo che soprattutto in quella posizione servisse gente giovane su cui costruire un progetto tattico. Vogliamo un gruppo base che stia insieme per i prossimi tre anni. Non potevamo ritardare il cambiamento”.

Fabio Colosimo