Con il Portogallo eliminato troppo presto, perde anche l'economia del paese

Accreditata come una delle possibili sorprese del Mondiale 2014, forte della presenza del “Pallone d’oro”, Cristiano Ronaldo, il Portogallo guidato da Paulo Bento aveva l’onere di giocarsi una qualificazione…

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Accreditata come una delle possibili sorprese del Mondiale 2014, forte della presenza del “Pallone d’oro”, Cristiano Ronaldo, il Portogallo guidato da Paulo Bento aveva l’onere di giocarsi una qualificazione in un girone di ferro con Germania, Ghana e Stati Uniti. Impresa non facile quella di passare il turno per i lusitani che, infatti, nonostante i 4 punti raccolti (a fatica) tra la selezione africana e quella di Jurgen Klinsmann, hanno fatto le valige e sono ben presto tornati in patria.

Aspettative deluse dunque per quella che è stata ribattezzata la “maledizione del Pallone d’oro“, che ha affetto il fuoriclasse del Real Madrid, chiamato a ripetersi anche in Brasile dopo una stagione straordinaria nel suo club di appartenenza. Ma l’impatto di questa eliminazione, accanto ai riflessi sportivi, annovera ovviamente anche quelli economici. La Federazione portoghese ha infatti perso i 6,6 milioni di euro derivanti dal passaggio del turno agli ottavi, mentre gli sponsor, che si aspettavano almeno una semifinale, la ripartizione di un premio di ben 150 milioni, ridotto poi del 30% (120 milioni).

Ma l’addio prematuro ai mondiali brasiliani ha impattato anche l’economia del paese, soprattutto quella relativa al commercio e ai servizi che, in tal senso, hanno subito un evidente ribasso. Se con un Portogallo incoronato campione il giro d’affari sarebbe stato di ben 609 milioni di euro, con la sua eliminazione sono state generate invece cifre che non vanno oltre i 438 milioni, solamente contando la partecipazione ai gruppi.

Fabio Colosimo