Quando Adilson Ferreira sperava in grandi folle durante la Coppa del Mondo, quello visto oggi non era proprio quello che aveva in mente. A partire dallo scorso mese di giugno, i manifestanti sono sempre più arrabbiati per i costi che il Brasile sta sostenendo per ospitare il torneo di calcio più importante del mondo. “Abbiamo bisogno di una Coppa del Mondo per avere successo dentro e fuori dal campo in modo che tutti possona vincere”, ha detto. Le aspettative che la Coppa del Mondo possa portare un grande impulso all’economia del Brasile sono stati sostituiti da previsioni più sobrie e dalle paure che le manifestazioni di piazza ed altri problemi potrebbero scacciare gli affari ed offuscare l’immagine del paese tra gli investitori. Il governo del presidente Dilma Rousseff ha stimato che l’evento, il cui inizio è previsto per il 12 giugno a San Paolo, potrebbe aggiungere oltre mezzo punto sulla percentuale di crescita economica di quest’anno e più di mezzo milione di posti di lavoro. Gli economisti sono, in media, invece, più conservatori e vedono una spinta più vicina a 0,2 punti percentuali, secondo un recente sondaggio Reuters. L’economia dovrebbe crescere solo del 1,6 per cento quest’anno, mettendo sotto pressione la Rousseff, proprio mentre cercherà di arrivare alla rielezione nel mese di ottobre. “Sarebbe peggio se non avessimo la Coppa, ma il torneo non salverà la nostra economia da un anno piuttosto bruttino”, ha detto Fabio Bentes, economista della Confederazione Nazionale del Commercio, che rappresenta le società di servizi.
Le premesse non mantenute
La strada è stata lunga ed è partita dall’euforia del 2007, quando il Brasile ha vinto il diritto di ospitare il torneo, allora i politiciaveva detto che la Coppa avrebbe concesso una vetrina importante al Brasile come grande potenza economica e che avrebbe fornito un buon motivo per trasformare completamente i suoi aeroporti fatiscenti, le autostrade e le altre infrastrutture di trasporto . Tuttavia solo circa 7 miliardi di dollari di investimenti su 11,7 previsti sono stati utilizzati, secondo l’Ufficio di Controllo Generale, un deficit che per la maggior parte degli analisti è colpa della scarsa pianificazione e della burocrazia. A livello nazionale solo 36 dei 93 grandi progetti sono stati finiti, come ha confermato Sinaenco, un gruppo commerciale di ingegneri ed architetti. L’evento rischia, quindi, di rafforzare l’immagine del Brasile come un paese che non investe abbastanza, che manca della volontà politica di intraprendere grandi progetti e in generale di non essere riuscito a vivere fino alla fine la promessa mostrata nel corso di un lungo boom dell’ultimo decennio.