Cagliari, la telenovela dello stadio manda in rosso i conti del club

Il club sardo ha chiuso l’esercizio al 30 giugno 2013 con un risultato netto negativo per circa 1 milione di euro, in peggioramento rispetto all’utile di 2,5 milioni realizzato nella stagione 2011/2012.

Palermo calcio 2

Il Cagliari Calcio, il cui controllo potrebbe passare a breve dall’imprenditore Massimo Cellino allo sceicco del Qatar, Tamim Al Thani, ha chiuso l’esercizio al 30 giugno 2013 con un risultato netto negativo per circa 1 milione di euro (985.459 euro), in peggioramento rispetto all’utile di 2,5 milioni realizzato nella stagione 2011/2012. Un risultato che, stando quanto riportato nel bilancio 2012/2013 della società rossoblu, è prevalentemente legato all’estenuante telenovela dello stadio.

“Il risultato negativo, che ha caratterizzato il periodo appena concluso”, si legge nella relazione sulla gestione, “è stato principalmente determinato dai maggiori costi che la società ha dovuto sostenere per la realizzazione dello stadio temporaneo di Is Arenas nel comune di Quartu Sant’Elena”.

Questa tormentata vicenda, che è costata a Cellino quattro mesi di custodia cautelare (tra carcere e arresti domiciliari), ha infatti impattato negativamente sui “ricavi da gare” della società sarda, che anche alla luce del parziale utilizzo dell’impianto di Quartu Sant’Elena e della necessità di disputare parte delle gare del Campionato di Serie A a Trieste, sono passati dai 2,45 milioni del 2011/2012 agli 1,51 milioni del 2011/2013. La flessione è dunque pari a 937.838 euro.

Ma la vicenda dello stadio non ha impattato negativamente solo sui ricavi. Anche i costi ne hanno risentito. Le spese per servizi, che nel 2011/2012 erano pari a 7,57 milioni, sono aumentate a 9,39 milioni, proprio a causa dei costi sostenuti per lo stadio di Is Arenas, che nell’esercizio si sono attestati complessivamente a 3,88 milioni.

Questo anche perché “il costo complessivo del nuovo impianto, preventivato inizialmente in circa 5 milioni di euro, ha subito un notevole incremento raggiungendo, purtroppo, la somma complessiva di oltre 9 milioni di euro”. Gli amministratori del Cagliari, dunque, “in considerazione del fatto che sulla base delle condizioni esistenti è oramai definitivamente associato che non vi è la possibilità di ottenere le autorizzazioni necessarie alla disputa delle gara di Serie A nello Stadio Is Arenas”, hanno deciso di spesare interamente nel conto economico tutti i costi sostenuti relativi a beni che non sono più suscettibili di produrre alcuna utilità futura, in quanto non trasferibili nel nuovo impianto di Sant’Elia.

Allo stesso tempo i vertici della società sarda hanno deciso di iscrivere a conto economico per una quota pari a un terzo i costi sostenuti per quei beni che, pur potendo produrre qualche utilità economica futura, si trovano ancora momentaneamente localizzati presso l’impianto di Is Arenas in attesa di decidere come meglio sfruttarli.

Infine, per quei beni che sono già stati smontati e trasferiti presso lo Stadio Sant’Elia di Cagliari (tribune mobili, seggiolini, impianto di videosorveglianza e audio, box prefabbricati, ecc) è stato iscritto a conto economico il 50% del costo sostenuto, capitalizzando invece la differenza.

L’altro elemento che ha pesato sui conti del club è stato il venire meno delle importanti plusvalenze legate alle cessioni di alcuni calciatori, che nell’esercizio 2011/2012 avevano fruttato circa 23,7 milioni. Nell’esercizio chiuso al 30 giugno le plusvalenze sono state invece pari a 3 milioni.

I ricavi complessivi del club sono pertanto diminuiti di 18,7 milioni, attestandosi a fine esercizio a 45,5 milioni. I costi operativi (compresi quelli relativi allo stadio e agli ingaggi dei calciatori, pari a 17,7 milioni contro i 18,4 milioni del 2011/2012)  sono stati invece pari a 50,42 milioni.