Al via il Sei Nazioni di rugby: quanto vale il business della palla ovale

Rbs, Bt Sport, Adidas. Sono alcuni dei grandi nomi che ruotano attorno al Sei Nazioni, che ormai vede spettatori in 170 Paesi. I numeri del torneo di rugby.

Man-City-Logo

Il Sei Nazioni di rugby inizia per l’Italia nella maniera più avvincente e difficile: in casa della squadra che difende il titolo, il Galles. Prende il via sabato 1 febbraio il torneo datato 1883, che dal 2000 ha aperto le sue porte anche ai colori azzurri. Per l’industria della palla ovale l’edizione del 2014 potrebbe suggellare una crescita impetuosa, che negli ultimi anni ha fatto aumentare il numero di fan, ha attirato gli sponsor e quindi dato un netto impulso il giro d’affari che circonda il rugby.

I telespettatori crescono: 200 Paesi on air

C&F ha fatto una ricognizione intorno agli affari del Sei Nazioni, in base a report del recente passato e a una rassegna di notizie apparse sulla stampa internazionale, in gran parte di matrice anglosassone come d’altra parte è lo stesso rugby. Già un numero dà l’idea della crescita del torneo: terrà incollati alla televisione 170 Paesi contro i 130 di tre anni fa, per un corrispettivo economico che varia tra 240 e 360 milioni di euro l’anno. A questi, si aggiungono altri 30 Paesi che trasmettono ufficialmente il torneo online. Nell’ultimo decennio, il numero di persone che ha seguito le gare nei sei Paesi partecipanti è aumentato di 36 milioni. E’ come se un’intera nazione si fosse innamorata della palla ovale.

Rbs non molla il colpo, Bt sport scalda i motori

Significativo poi il fatto che una banca come Rbs, ancora controllata dal governo inglese dopo la nazionalizzazione scattata per salvare l’istituto al culmine della crisi finanziaria e con potenziali perdite miliardarie, abbia comunque deciso di aprire ancora il borsellino per affiancare il suo nome all’evento. Per abbinare il marchio Rbs al “Six Nations” verserà 13,4 milioni all’anno. Si tratta – secondo le stime d’Oltremanica – di un incremento del 70% circa rispetto alla precedente sponsorship: cartucce spese per battere la concorrenza di un altro istituto di credito, Hsbc, che ha provato a inserirsi nel connubio. Il contratto per i diritti televisivi, spiega ad esempio il Guardian, è nelle mani della Bbc per quasi 50 milioni di euro l’anno. Per di più c’è chi sta già affilando le armi per quando scadrà questo contratto, nel 2017: si tratta di Bt Sport, che oltre alla Champions League di calcio, si è già assicurata i diritti delle gare inglesi ed europee per oltre 180 milioni di euro per il quadriennio a partire dal 2013. In Italia, sempre restando in tema di diritti televisivi, nel 2014 si registra il debutto in chiaro di Dmax, che si è garantita il torneo fino al 2017. Nel triennio precedente, quello tra il 2010 e il 2013, Sky aveva versato 13 milioni di euro, raddoppiando la posta spesa da La7 nel periodo compreso tra il 2005 e il 2009, quando furono garantiti 6,5 milioni per trasmettere le gare.

Le ricadute sui Paesi partecipanti, l’Italia va di corsa

Per quanto riguarda le ricadute economiche del Torneo, uno spunto interessante arriva da un report del Centre for the International Business of Sport. Si tratta di dati relativi al 2010, ma se si ipotizza che abbiano replicato i tassi di crescita visti per spettatori e contratti televisivi, si fa presto a capire quanto l’impatto sia cresciuto; già allora, d’altra parte, gli esperti stimavano che nel giro di un quinquennio il rugby sarebbe entrato stabilmente tra gli sport più seguiti.

Impatto economico Sei Nazioni
Impatto economico del Sei Nazioni – fonte: Cibs-Mastercard (clicca per ingrandire)

Come mostra la tabella, l’impatto complessivo è stato superiore a 632 milioni di dollari, 465 milioni di euro al cambio di allora. L’Italia si è collocata in fondo alla graduatoria, ma non va sottovalutato il fatto che in un decennio abbia già messo assieme metà dell’impatto economico che la Scozia ha costruito con una tradizione secolare. La seconda tabella mostra invece la crescita registrata nel triennio precedente, e in questo caso l’Italia fa da lepre con una dinamica doppia rispetto alla media delle altre nazioni.

Sei nazioni crescita per Paesi
fonte: Cibs-Mastercard (clicca per ingrandire)

Impressionante anche la terza tabella, che mostra la presenza media durante il torneo e colloca il Sei Nazioni alle spalle della sola coppa del Mondo degli Stati Uniti del 1994. Basta pensare che Twickenham, catino da 82mila persone che ospita la nazionale inglese, ha un tasso di riempimento del 100%, il Millenium Stadium dove debutteranno gli azzurri, in Galles, ha 74.500 posti e una capacity utilisation del 99%. Anche l’Italia non sfigura in questo senso, con il 96% del Flaminio riempito.

Presenze medie sei nazioni
Presenze medie competizioni internazionali fonte: Cibs-Mastercard (clicca per ingrandire)

Tifosi pronti, Adidas e Macron in campo

La tradizione di rapporti di partnership per gli azzurri è ormai consolidata, con nomi quali Cariparma ed Edison che affiancano storicamente la Fir (Federazione Italiana Rugby). E come i grandi nomi dell’industria, anche i tifosi italiani fanno la corsa per la palla ovale: si sono già mossi per Italia-Scozia del 22 febbraio, tagliando con largo anticipo il traguardo di 60mila biglietti prenotati. Sul terreno di gioco troveranno una novità sulle magliette azzurre dell’Italia, che dal luglio del 2012 ha avviato la partnership con Adidas. La casa tedesca ha deciso di cucire tre strisce di diverse colorazioni, in omaggio alla bandiera italiana; una rarità cromatica – per di più di dimensioni superiori alla norma – che interrompe il canonico bianco (o nero, se su fondo bianco) che Adidas difficilmente abbandona. A ulteriore testimonianza di come proprio tutti siano disposti a omaggiare il mondo della palla ovale e a partecipare al suo business crescente.

Dal prossimo anno, poi, ci sarà un pezzo d’Italia anche sulle maglie della Scozia: la bolognese Macron, recentemente all’onore della cronaca di C&F per aver chiuso con il Crysyal Palace, fornirà l’attrezzatura tecnica alle nazionali scozzesi. Un contratto quadriennale per l’azienda di Crespellano – che fattura una sessantina di milioni in costante crescita – dal valore complessivo di circa 8 milioni. Per Macron, subentrata alla storica Canterbury, molto famosa nel campo poiché neozelandese, ci sarà anche la vetrina del Mondiale del 2015 nel Regno Unito.