«Il Milan non va sul mercato, non prendiamo nessuno, Pazzini tornerà presto». L’ad del Milan Adriano Galliani non usa mezzi termini a chi gli chiede se il Milan avrà intenzione di rafforzarsi in vista del termine della stagione, soprattutto ora che sulla panchina rossonera è arrivato il tanto atteso avvicendamento tra Massimiliano Allegri e Clarence Seedorf. Nonostante questo Galliani prima dell’allenamento rossonero a Milanello, domani si giocherà al Meazza contro il temuto Hellas Verona, ha voluto però anticipare una cessione che sarà ufficializzata nei prossimi giorni. «Con il Parma stiamo definendo solo il prestito con diritto riscatto della metà di Vergara. Non c’è invece nessuna trattativa che riguarda Parolo e Saponara».
La difficile situazione di Galliani
Une mese fa sembrava dovesse congedarsi dopo quasi tre decadi come amministratore delegato della squadra più titolata al mondo ed invece il presidente Silvio Berlusconi lo ha voluto ancora con lui in questo momento delicato della società di via Turati. Una separazione scongiurata non senza qualche compromesso, come ogni matrimonio solido che si rispetti deve avere, e allora ecco che la rampolla di Arcore, Barbara Berlusconi, diventa amministratore delegato di Milan Real Estate e Milan Entertainment, che hanno vissuto un repulisti del management per far spazio ad amministratori vicini alla Berlusconi. Gli avvicendamenti sono passati al vaglio del cda rossonero del 19 dicembre, quando è stata ufficializzata la convivenza di Barbara e Galliani nel ruolo sdoppiato di ad: alla prima le competenze su marketing e finanza, al secondo l’area sportiva e la gestione dei diritti televisivi. Allora ci si chiede se nel low profile del Milan sul calciomercato ci possa essere questa inconciliabilità di ruolo dei due ad con la Berlusconi che possa in qualche modo ostacolare finanziariamente Galliani nelle varie decisioni di rafforzamento della rosa del nuovo mister Seedorf.
Le stime sull’utile di C&F e l’importanza di Galliani
Il tetto agli ingaggi e i parametri zero è stato uno dei punti cruciali dietro alla discesa dei costi sostenuti dal Milan nel corso dell’ultima stagione, su questo punto non si può certo dire che l’ad del Milan, Adriano Galliani, non sia riuscito a centrare l’obiettivo, almeno da un punto di vista contabile. Secondo le stime di C&F, infatti, grazie all’addio della vecchia guardia del ciclo di Carlo Ancelotti, alle cessioni di Ibrahimovic e Thiago Silva, il costo del personale tesserato scenderà dai 170,9 milioni del 2012 a 143,8 milioni nel 2013, con un risparmio di circa 30 milioni. Ma il risparmio è ancora più consistente se si confronta il risultato atteso per il 2013 con quello riportato nel bilancio ufficiale del 2011 e che indicava un costo del personale tesserato di 206,4 milioni. Tutte stime e numeri che fanno di Galliani ancora una pedina fondamentale nelle mani del club rossonero. Ed è normale che ha fronte di ricavi stabili (e con pochi margini di futura crescita, se non per quanto riguarda la parte commerciale) era inevitabile che per raggiungere l’equilibrio gestionale la dirigenza del Milan agisse con forza sulla riduzione dei costi, a partire dagli ingaggi dei giocatori, e sul calo degli ammortamenti del costo dei cartellini, rinunciando così ad effettuare investimenti importanti nel calciomercato e cercando allo stesso tempo di estendere la scadenza dei contratti dei giocatori acquistati negli anni passati a valori elevati in modo da ridurre la quota di ammortamento annuale.