Inchiesta sul Real Madrid: costi "oscuri" per 122 milioni di euro a bilancio

Il dubbio è che questi costi siano legati al rimborso di un prestito erogato da Providence e che contribuiscano ad aggirare il Fair Play Finanziario.

Florentino Perez
Florentino Perez (Foto: FRANCK FIFE/AFP via Getty Images)

Nel bilancio del Real Madrid per la stagione 2021/22 pubblicato lo scorso ottobre, sotto la voce “altri costi operativi” era indicata una cifra di circa 135 milioni di euro, che corrisponde più o meno al 20% delle spese complessive sostenute nell’ultimo anno dal club della capitale spagnola. Un dato indicato come “altri costi di gestione corrente” e che ha fatto sollevare alcuni dubbi tra gli analisti.

Come riporta il quotidiano The Telegraph, il Real Madrid non ha voluto far sapere a cosa sia riferita questa cifra e perché sia stata messa sotto una voce così imprecisata. Inoltre, il quotidiano britannico, sostiene come di questi 135 milioni ben 122 siano di difficile lettura e senza una spiegazione ben precisata.

Real Madrid costi – L’accordo con Providence

Il club, spiega il quotidiano, si è rifiutato di rispondere a domande in merito, inclusa la specifica affermazione che queste cifre siano un rimborsi, per l’intero importo o solo in parte, destinati a istituti finanziari statunitensi per la vendita di futuri proventi del comparto marketing. Il primo di questi accordi, siglato con il gruppo di private equity Providence nell’esercizio 2017/18, ha fornito al club liquidità in cambio della vendita di futuri flussi di reddito e da allora l’accordo è stato esteso in termini di durata e valore.

Le somme guadagnate dalla vendita di una percentuale, non meglio precisata, dei futuri ricavi commerciali, che il club ha dichiarato di aver rinnovato nel 2019/20, sono state contabilizzate nei conti del Real come entrate e non come debito. Il Real non ha mai spiegato nel dettaglio come quell’impegno venga rimborsato e a quanto ammonti la quota da riconoscere ogni anno, interessi compresi.

Real Madrid costi – I rischi legati al Fair Play Finanziario

Ovviamente, è bene ribadirlo, un accordo di questo genere è perfettamente lecito, anche se tutta questa opacità potrebbe essere un problema per gli organi di controllo finanziario sia della Liga che della UEFA, con particolare riferimento alle norme del Fair Play Finanziario. Senza tralasciare il fatto che i rapporti fra il Real Madrid di Florentino Perez e l’istituzione guidata da Aleksander Ceferin sono tutt’altro che idilliaci per la questione Superlega.

In termini UEFA, infatti, ci sono grandi vantaggi per un accordo strutturato in questo modo. Anche se il denaro arriva semplicemente da pagamenti anticipati per coprire le carenze di budget e poi viene restituito dal club in rimborsi alla stessa terza parte, l’anticipo non è considerato un prestito in base alle regole del FPF e contribuisce ad accrescere i ricavi della società, un aspetto fondamentale nel calcolo dei tetti salariali (sia per la Liga che per la Federcalcio europea).

Le autorità fiscali spagnole considerano questo tipo di pagamenti come un’operazione di finanziamento. Prima che l’accordo di finanziamento fosse concordato con Providence, il Real è stato obbligato a richiedere risorse in prestito a breve termine per far fronte ai costi salariali nelle dalla 2014/15 alla 2016/17. I Blancos hanno preso in prestito tra i 72 e gli 82 milioni in ciascuno dei tre anni. Ovviamente con l’accordo stabilito con Providence, questi prestiti non sono stati più necessari.

La Deloitte Money League ha posizionato il Real Madrid come il secondo club al mondo per i ricavi, il primo è il Manchester City. La società spagnola ha un fatturato di 713,8 milioni. I budget salariali per i club della Liga sono calcolati come percentuale delle entrate e la UEFA si sta muovendo verso un modello simile in cui la spesa per la rosa  è fissata come percentuale delle entrate (squad cost rule), alla base delle nuove regole del Fair Play Finanziario che entreranno in vigore da ottobre.

Oltre all’accordo con Providence, il Real ne ha uno in essere con un altro ente statunitense come Sixth Street per quanto riguarda il restyling dello stadio Bernabeu. Il club ha ceduto al fondo il 30% degli incassi che l’impianto di Madrid registrerà nei prossimi 20 anni. I Blancos hanno beneficiato di un primo pagamento nella stagione 2021/22 di 316 milioni di euro (chiudendo il bilancio in sostanziale parità), con ulteriori 44 milioni che saranno contabilizzati nella stagione 2022/23.

Accordi simili sono stati conclusi anche dall’altra big del calcio spagnolo, il Barcellona: il club blaugrana ha ceduto il 25% dei ricavi da diritti televisivi al fondo Sixth Street per una plusvalenza complessiva di quasi 700 milioni di euro. Inoltre, la società ha venduto il 49% dei Barça Studios a Orpheus Media e a Socios (due quote esattamente paritarie) per un totale di altri 200 milioni di euro.