Diritti tv, addio alla partita in chiaro: la Serie A punta al tutto pay

La Serie A approfitta dello stand by politico e sceglie di non mettere in vendita i diritti tv per trasmettere un match alla settimana in chiaro. Al momento, nelle intenzioni della…

quanto costa vedere il calcio in tv

La Serie A approfitta dello stand by politico e sceglie di non mettere in vendita i diritti tv per trasmettere un match alla settimana in chiaro. Al momento, nelle intenzioni della Lega e dell’advisor Infront, la volontà sarebbe quella di riservare alle piattaforme a pagamento l’intero blocco delle dieci partite di campionato giocate ogni giornata di Serie A. La partita gratis per tutti sarebbe dovuta essere una delle novità più interessanti del prossimo triennio del calcio in tv, ma i club di A al momento sono fortemente intenzionati a far pagare tutto. È stato spiegato a Calcio e Finanza da fonti informate.

A condizionare i club è stata “la cattiva esperienza” di altri campionati europei -come la Liga – che non avrebbero ottenuto i vantaggi sperati dalla trasmissione in chiaro di una partita ogni week-end. E allora la A ha scelto di continuare sulla strada nota, quella di condizionare la visione delle partite ad un abbonamento, più o meno caro che sia.

Si era incominciato a parlare con insistenza della trasmissione in chiaro di una partita a settimana quando sono state pubblicate per la prima volta le bozze per la riforma della legge Melandri, la norma che regola in Italia la commercializzazione dei diritti televisivi. Come forse ricorderete, in quel testo è previsto chiaramente che una partita venga trasmessa sulle reti gratuite; un po’ come accade per la Champions League, con la UEFA che ad ogni turno obbliga a mandare in onda un match gratis.

Tuttavia, le beghe politiche degli ultimi mesi hanno rallentato l’iter della riforma e alla fine la Serie A andrà a presentare il bando con le vecchie regole che non impongono affatto di trasmettere una partita free.

Escludendo la possibilità che il governo faccia un decreto ad hoc, l’unica possibilità per vedere una partita di calcio senza abbonamento è nelle mani dei club che anche senza imposizioni di legge avrebbero la possibilità di ‘regalare’ un loro match a settimana. Ma secondo quanto apprende CF, questa chance è stata scartata. Due, in estrema sintesi, i motivi: primo, verrebbe intaccato il valore complessivo dei pacchetti pay; secondo, come dimostra la Coppa Italia, sono le partite tra big ad attirare milioni di telespettatori, non il calcio di nicchia, ed è per i club impensabile far vedere gratis Juventus-Milan di campionato per qualche spot pubblicitario in più.

 

Diritti tv, la bocciatura dell’Antitrust allunga i tempi

Intanto la Lega di Serie A e Infront devono fare i conti con la bocciatura dell’Antitrust delle linee guida per l’assegnazione dei diritti televisivi del prossimo triennio. A rimandare la Lega è stata, sintetizzando al massimo le ragioni dell’authority, l’eccessiva genericità del testo. Chi da anni segue l’assegnazione dei diritti tv fa notare che, in realtà, quelle presentate a dicembre ricalcavano del tutto il canovaccio presentato tre anni fa e promosso dall’Antitrust dell’epoca. E allora perché questa volta le linee guida del bando non sono passate indenni dal vaglio dell’Agcm?

Si possono tracciare solo ipotesi, ovviamente. È probabile che il nuovo corso dell’authority semplicemente abbia una sensibilità diversa rispetto al passato oppure che la bocciatura possa essere una sorta di ripicca per il ricorso al Tar vinto da Lega, Infront, Mediaset e Sky contro la salata multa erogata a tutti loro dall’Antitrust ad aprile. Terza ipotesi è che l’authority guidata da Pitruzzella abbia voluto mettersi al riparo da eventuali e future critiche, anche perché non convinta del ruolo che le stato affidato dalla legge sui diritti tv: la norma le chiede di valutare in maniera preventiva delle linee guida che, per definizione, non possono essere chiare né puntuali.

Per questo negli ambienti di via Rosellini c’è una certa tranquillità per il futuro. La Lega presenterà le correzioni richieste dall’Antitrust ed è convinta di poter incassare l’ok a stretto giro, altrimenti a rigor di logica non è escluso che Lega e Infront possano rivolgersi ancora una volta al Tar. Nelle linee guida bocciate ieri è indicata come prima data utile per la pubblicazione del bando marzo 2017, ora i tempi si allungano. La finestra per la pubblicazione del bando per i diritti televisivi 2018-2021 diventa piuttosto ampia, perché moltissime sono le variabili: si va da metà aprile a fine giugno. Per la gioia di chi ha bisogno di tempo per farsi trovare pronto.