Parte l'era-Cairo in RCS: "Nemmeno mezza rivoluzione per la Gazzetta"

La Gazzetta dello Sport non si tocca, parola di Urbano Cairo. Con l’assemblea straordinaria tenutasi oggi, che ha eletto il patron del Torino presidente di RCS, parte ufficialmente l’era-Cairo alla guida…

As Roma - Torino

La Gazzetta dello Sport non si tocca, parola di Urbano Cairo. Con l’assemblea straordinaria tenutasi oggi, che ha eletto il patron del Torino presidente di RCS, parte ufficialmente l’era-Cairo alla guida del CorSera e della Gazzetta dello Sport. Per la rosea, assicura l’editore, non è previsto alcun cambiamento: “Non c’è alcun tipo di rivoluzione, neanche mezza. Stimo il direttore Monti che conosco da tantissimo tempo, c’è un buonissimo gruppo anche qui c’e’ da fare tanto lavoro e arricchimento”, ha spiegato lo stesso Cairo a margine dell’assemblea degli azionisti che ha rinnovato il cda. A Borsa chiusa RCS s

Il nuovo board della società eletto oggi è composto da undici membri: Cairo, che controlla quasi il 60% della RCS ed è alla guida della società dal 3 agosto, è presidente e amministratore delegato. Al suo fianco sono stati eletti Gaetano Micciché, Marco Pompignoli, Stefano Simontacchi, Stefania Petruccioli, Maria Capparelli e Alessandra Dalmonte. La minoranza ha scelto nomi di peso come Diego Della Valle, Marco Tronchetti Provera, Carlo Cimbri e Veronica Gava.

Il sogno del nuovo azionista di maggioranza è la pax con gli ex rivali, in modo da abbandonare le polemiche che RCS si porta dietro da luglio, quando Cairo è riuscito prendere il controllo di via Solferino battendo la cordata di soci storici. Del resto, lavoro da fare ce ne sarà, se è vero che l’uomo di La7 ha intenzione di mettere mano a molte attività del gruppo e punta a rilanciare anche storiche testate come il Mondo: “Per il piano industriale ci vuole ancora un po’ di tempo, le idee le ho, datemi ancora qualche settimana”, ha detto agli azionisti.

L’imperativo è rilanciare la principale attività del gruppo e si studia di tagliare a un euro il costo del Corriere per un periodo limitato: “È un’ipotesi” ha ammesso Cairo. “Prioritario – ha detto – è mettere a posto i giornali, valorizzarli e comunicare le loro qualità e ricchezza” e anche per questo il paywall del sito del CorSera resta.

Chi esprime la maggioranza del gruppo, insomma, ha fiducia per quel che sarà in futuro RCS, una società con “grandi potenzialità”. Cairo, con la verve del proprietario, snocciola i diversi brand in portafoglio – dal CorSera a Marca – e si rivolge alla platea chiedendo di “essere tutti partecipi del risanamento che è possibile”. La promessa è di seguire le gesta di La7: il nuovo corso di RCS si fonderà su marketing editoriale e ferreo controllo dei costi. “Con il cfo Taranto stiamo fino mezzanotte a controllare le fatture, le spese“, ha detto Cairo. “Attenzione ai costi non vuol dire togliere le cose essenziali, la qualità non deve mai peggiorare, ma ho trovato delle robe… Senza fare nomi – ha raccontato Cairo – lo stesso servizio fatto alla Cairo da una società è costato 16mila euro, alla Rizzoli 144mila euro“.