Scandalo FIFA, chi è la "gola profonda" dell'FBI

Scandalo FIFA – Chi è la gola profonda che ha inguaiato il presidente della FIFA Joseph Blatter, alle prese in questi giorni con una rielezione al vertice della federazione mondiale…

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Scandalo FIFA – Chi è la gola profonda che ha inguaiato il presidente della FIFA Joseph Blatter, alle prese in questi giorni con una rielezione al vertice della federazione mondiale del calcio complicata non poco dallo scandalo scoppiato nella mattina di mercoledì. Il “soccer dad” è Chuck Blazer, eccentrico personaggio che dopo una vita da nababbo è passato dalla parte dell’FBI diventando collaboratore. Un pentito? Non proprio.

Dall’attico a Miami alla chiave-microfono dell’FBI, passando per due appartamenti alla Trump Tower, uno dei quali destinato ai gatti. Quando l’azione legale del Dipartimento della Giustizia raggiungera’ le aule dei tribunali, uno dei principali testimoni del governo sara’ Chuck Blazer, ex alto funzionario della stessa Fifa e di Concacaf – il braccio nord-americano e caraibico della federazione – che ha aiutato gli agenti del Bureau a istruire un’inchiesta diventata un caso politico globale.

Il lavoro lo aveva portato in stretto contatto con ricchi e famosi: da Hillary Clinton a Putin, Papa Giovanni Paolo II e Nelson Mandela. Ville a Miami e alle Bahamas, gli appartamenti alla Trump Tower con vista spettacolare su Central Park. Blazer “annotava” tutti i suoi spostamenti sul suo blog, chuckblazer.blogspot.co.uk, aggiornato fino al 19 febbraio del 2014 e tutt’ora online.

Barbone e pancia da Falstaff (o da Babbo Natale, ma Vladimir Putin lo avrebbe paragonato invece a Karl Marx), talora un pappagallo sulla spalla, Blazer e’ un ex “soccer dad” della contea di Westchester che si e’ ingrassato, letteralmente e metaforicamente, grazie a un’American Express dell’agenzia calcistica.

Feste e case deluxe, jet privati e cene di grandi chef. La talpa della Fifa non badava a spese (26 milioni di dollari in sette anni sulla AmEX aziendale), ma nel frattempo era diventato cosi’ grasso da aver perso, si dice, la capacita’ di camminare.

Passava dunque di party in party a bordo di un motorino per disabili. E’ stato così su uno di questi motorini che nel 2011 l’FBI lo ha raggiunto su un marciapiede di Manhattan: gli agenti sapevano che per decenni aveva evaso il fisco. “Possiamo portarti via in manette…o puoi collaborare”. Blazer decise di collaborare.

L’anno dopo, al Mayfair di Londra, Chuck mise le sue chiavi su un tavolo durante colloqui con alti ufficiali della Fifa, ignari, questi ultimi che nelle chiavi c’era un microfono nascosto. Le conversazioni registrate hanno fornito all’Fbi il primo spiraglio sul ventre marcio del mondo del calcio.

In questo video del 2011, Blazer venne intervistato sulla corruzione nella FIFA. “Qualcuno individualmente potrebbe essere corrotto” ammetteva lui.

Mondo dove Blazer, senza aver mai giocato, aveva fatto il suo ingresso nel 1976: al figlio era venuta la mania del pallone quando ancora negli Usa non era di moda. Negli anni ’80 il “soccer dad” era entrato in Fifa e aveva fatto miracoli: uno sport fino ad allora considerato una stranezza esoterica era entrato a pieno diritto nei parchi e nei bar d’America.

Blazer si era arricchito a colpi di milioni di dollari grazie a un accordo straordinario che gli garantiva il dieci per cento per ogni dollaro guadagnato dall’organizzazione.

Una vita da nababbo arrivata al capolinea quando, a 70 anni, Chuck si e’ ammalato di cancro. Il New York Times e’ andato a trovarlo in una stanza di ospedale e lo ha trovato “pallido e smagrito”. Ieri le autorita’ federali hanno annunciato la sua ammissione di colpevolezza per dieci capi di imputazione che includono associazione a delinquere, frode fiscale, riciclaggio.

Blazer, si e’ poi saputo, ha gia pagato una multa da 1,9 milioni di dollari e ne pagherà un’altra al momento del verdetto anche se in teoria il rischio e’ di una condanna a un massimo di dieci anni di reclusione.