Le plusvalenze virtuali del Parma. Il caso Belfodil emblema della gestione Ghiradi

Le ragioni che hanno portato il Parma Football Club al dissesto finanziario, culminato oggi con la sentenza di fallimento dichiarata dal giudice del Tribunale di Parma, Pietro Rogato, sono state…

Real album de la aficion

Le ragioni che hanno portato il Parma Football Club al dissesto finanziario, culminato oggi con la sentenza di fallimento dichiarata dal giudice del Tribunale di Parma, Pietro Rogato, sono state ampiamente indagate da Calcioefinanza.it nelle scorse settimane (si veda il post Nei numeri della holding Eventi Sportivi le ragioni del dissesto del Parma).

Allora avevamo messo in evidenza come già nella relazione della società di revisione al bilancio consolidato della Eventi Sportivi al 30 giugno 2009 veniva messo in evidenza come già dalla stagione 2009/2010, quella in corso al momento della pubblicazione del giudizio dei revisori dei conti, il Parma non fosse in grado, a detta dei suoi stessi amministratori, di generare attraverso la gestione ordinaria un flusso di cassa sufficiente per fare fronte ai propri impegni.

Eppure, stando almeno a quanto riportato nei documenti ufficiali, la vorticosa attività di player trading messa in atto dall’ex direttore generale Pietro Leonardi ai tempi della presidenza di Tommaso Ghirardi ha generato tra la stagione 2009/10 e la stagione 2013/14, plusvalenze contabili per complessivi 195,48 milioni.

Parma Calcio - plusvalenze - 2008 - 2014

Ma se questa vorticosa attività di trading, grazie alle plusvalenze generate, ha avuto un impatto positivo sui bilanci del Parma dal punto di vista contabile (le plusvalenze impattano infatti positivamente sul conto economico), dal punto di vista della generazione di cassa non è stata sufficiente a compensare lo sbilancio tra entrate e uscite della gestione corrente.

Parma Calcio - saldo entrate uscite monetarie - 2008 - 2014

 

L’operazione Belfodil e il metodo Leonardi-Ghirardi

Emblematico in questo senso è il caso del giocatore franco-algerino Ishak Belfodil e delle triangolazioni di mercato effettuate negli anni con l’Inter, che sono valse al Parma plusvalenze di bilancio, senza alcun movimento di cassa da parte dei due club.

Per capire meglio la struttura dell’operazione bisogna tornare al 30 giugno 2012, quando Belfodil, allora ventenne, passa dall’Olimpique Lyonnais al Parma per 2,62 milioni. Con i ducali disputa 34 partite nella stagione 2012-13 segnando 8 gol. Reti pesantissime dal punto di vista economico, visto che il 5 luglio 2013 l’Inter rileva il giocatore dal Parma per 11,5 milioni, consentendo a Ghirardi di iscrivere nel bilancio del club ducale una plusvalenza di 9,15 milioni.

 

Ma questa è solo la prima parte dell’operazione. Subito dopo aver ceduto Belfodil ai nerazzurri la società emiliana ne acquista la metà del cartellino per 5,75 milioni. Dalle casse dei due club, almeno per ora, non esce un euro. Sulla stampa sportiva di dice che l’arrivo in nerazzurro di Belfodil sia stato una sorta di contropartita per il passaggio a Parma di Antonio Cassano. Ma nei bilanci del Parma, sia in quello al 30 giugno 2013 che in quello al 30 giugno 2014, l’acquisto di Cassano non figura.

Belfodil intanto inizia la sua avventura in nerazzurro. Che non dura molto. Segna il suo unico gol nell’Inter nella gara di Coppa Italia con il Trapani e nel mercato di gennaio viene spedito in prestito al Livorno (che di lì a poco retrocederà in Serie B).

A fine stagione Parma e Inter devono decidere se rinnovare la comproprietà. Alla fine sono i gialloblù ad acquistare la seconda metà dell’attaccante franco-algerino, che viene ancora una volta valutato 11,5 milioni (5,75 milioni la prima metà, non ancora pagata, e 5,75 milioni la seconda).

Ma anche questa volta dalle casse non si muove un euro. Per un Belfodil che torna a Parma per 11,5 milioni, a Milano tornano due giocatori per un valore complessivamente analogo: il giovane difensore ivoriano Yao Guy Eloge Koffi (valutato 2 milioni) e il centrocampista friulano Lorenzo Crisetig (22 anni), che viene valutato 9,5 milioni, ma che viene subito girato in prestito al Cagliari con diritto di riscatto (secondo Sportmediaset il valore del riscatto sarebbe stato fissato a 1,5 milioni).

Giusto per dare un metro di paragone, la Juventus nel giugno 2013 si assicurò il talento e i gol di Carlos Tevez per 9 milioni più 6 di bonus legati ai risultati (che finora non sono certo mancati).

Il ricorso al debito per finanziare la gestione corrente

Insomma, questa vorticosa attività di trading con gli altri club di Serie A, di cui l’operazione Belfodil è solo un esempio, ha avuto un impatto positivo sui bilanci del Parma solo dal punto di vista contabile, mentre non è stata sufficiente a compensare lo sbilancio tra entrate e uscite di cassa della gestione corrente.

Anche per questo negli ultimi anni Ghirardi è stato costretto ad aprire il portafoglio girando alla Eventi Sportivi 12,32 milioni di euro al termine della stagione 2011-12. Ma queste risorse non sono arrivate nelle casse del gruppo come capitale di rischio, ma bensì come debito.

Parma Calcio - totale debiti consolidati - 2008 - 2014

Parma Calcio - debiti tributari - 2008 - 2014

E proprio il ricorso all’indebitamento è stata la leva maggiormente utilizzata per fare andare avanti il club in questi anni. Non tanto a quello nei confronti delle banche e delle società di factoring, che è stato utilizzato per farsi anticipare i proventi dei diritti tv, quanto a quello nei confronti dei fornitori e del fisco. A ciò ha fatto fronte, proprio in virtù della politica di player trading aggressiva, una parallela crescita del valore dell’attivo e in particolare del valore contabile dei calciatori (i cartellini). Il vero problema che, mentre il valore dei debiti è pressoché certo, quello dell’attivo, specie se rappresentato da calciatori, è per natura meno certo.

Parma Calcio - Valore calciatori a bilancio evoluzione 2008 - 2014