«Ho messo sul piatto 140 milioni per investire e rilevare il Gruppo Gedi e lo ho fatto rispettando la tempistica dettata dall’offerente. Ero pronto a rilanciare ancora. E questo perché questo investimento e il mio impegno personale nel realizzarlo è un gesto di amore verso l’Italia, un atto di responsabilità verso il futuro. Ma la proprietà di Gedi alla fine ha fatto una scelta diversa. Che rispetto».
A parlare a Il Sole 24 Ore è Leonardo Maria Del Vecchio, azionista al 12,5% di Delfin, la holding che fa capo al gruppo EssilorLuxottica. Attraverso Lmdv Capital, Del Vecchio ha avanzato un’offerta per il Gruppo Gedi, l’editore che controlla, tra le altre testate, La Repubblica e La Stampa. La proposta è arrivata mentre era già in corso la trattativa esclusiva con il gruppo Antenna dell’armatore greco Theo Kyriakou, sostenuto da un partner finanziario di peso come il fondo sovrano saudita PIF.
In concreto, Del Vecchio ha allineato la propria offerta a quella del gruppo greco nel primo giorno utile successivo alla scadenza dell’esclusiva, presentando alla proprietà — la famiglia Agnelli insieme all’amministratore delegato di Exor, John Elkann — il progetto industriale immaginato per la società editoriale. Una proposta che, però, non ha modificato le decisioni già prese.
Del Vecchio ha ripercorso l’origine dell’operazione, i passaggi chiave e le ragioni che lo hanno spinto a formulare un’offerta vincolante. Da tempo, ha spiegato, ha maturato l’idea che garantire un’informazione autorevole e di qualità sia fondamentale, soprattutto per le nuove generazioni, sempre più esposte a un flusso continuo e disordinato di contenuti provenienti dai social, «da TikTok ai social media». In questo scenario, l’informazione «libera, plurale, indipendente» rappresenta un pilastro irrinunciabile per il futuro del Paese.
L’offerta da 140 milioni, equivalente a quella del gruppo Kyriakou, è arrivata solo a ridosso della conclusione del negoziato in corso. Del Vecchio ha chiarito che fino al 1° dicembre era in vigore un periodo di esclusiva e che solo alla sua scadenza, il 2 dicembre, ha ritenuto corretto presentare un’opzione diversa, «fatta da italiani, per l’Italia». L’attesa, ha precisato, non è stata un ritardo: l’offerta vincolante è stata inviata al consiglio di amministrazione non appena l’esclusiva è decaduta.
Dopo l’invio della proposta, Del Vecchio ha avuto un contatto diretto con John Elkann. Quanto al piano editoriale immaginato per Gedi, Del Vecchio lo ha descritto come un progetto di rilancio, non di ristrutturazione. Un modello integrato che unisce stampa, digitale, radio, podcast e multimedialità, con al centro la creazione di community e il coinvolgimento del pubblico. Non un’acquisizione fine a sé stessa, ma un impegno di lungo periodo verso il Paese.
In chiusura, una battuta sulla disponibilità a rilanciare: «Certo, e l’ho anche fatto presente alla proprietà. Ma evidentemente la scelta è stata fatta, come comunicato dal gruppo Gedi. Onestamente ho fatto tutto questo perché mi aspettavo una reazione diversa».