San Siro, abbattimento dell'80% in quattro mesi: operazione da 80 milioni

Intanto Inter e Milan sono al lavoro per terminare il piano economico-finanziario e l’offerta di acquisto.

San Siro
San Siro (Foto: Claudio Villa/Getty Images)

In attesa che Inter e Milan presenti al sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il piano economico-finanziario e l’offerta ufficiale per San Siro e le aree limitrofe, iniziano a emergere alcuni dettagli su quello che sarà, nel caso, il secondo atto per il nuovo stadio dei due club: la demolizione dell’attuale Meazza.

Come riporta l’edizione odierna del La Gazzetta dello Sport, il progetto noto fino a questo momento prevede appunto la demolizione di San Siro per la maggior parte, circa il 75-80% per un costo stimato, della sola demolizione, che dovrebbe essere di circa 80 milioni di euro.

Per quanto riguarda le tempistiche di questa operazione si potrebbe prendere ad esempio il Gewiss Stadium di Bergamo, anche se le dimensioni dell’operazione di demolizione di San Siro sono ben maggiori rispetto allo stadio bergamasco. A sottolinearlo è lo stesso Roberto Spagnolo, coordinatore unico del progetto di costruzione del nuovo stadio dell’Atalanta.

Inoltre, a Bergamo hanno demolito, e poi ricostruito, solamente le due curve, ma comunque il principio è sempre lo stesso. «La demolizione si effettua con macchine meccaniche – spiega Spagnolo -. La prima fase si chiama strip out: si eliminano gli elementi estranei al calcestruzzo, come vetri, barriere, parapetti, porte. La seconda fase è la demolizione, in cui con pinze mastodontiche si abbatte la struttura. La terza è la frantumazione: a terra si rende sottile il calcestruzzo e lo si separa dal ferro di costruzione».

In questa terza fase, San Siro presenta un vantaggio maggiore rispetto al Gewiss: non ci sono case troppo vicine che possono limitare margini di manovra per una demolizione di queste proporzioni. La demolizione, poi, comincerà dal tetto e procede a scendere. Verrebbe quindi rimosso per primo il terzo anello, poi il secondo, poi il primo, in un grande cantiere.

E le tempistiche, la stima di Spagnolo dice «dai due ai quattro mesi. Noi abbiamo demolito tutto in 15 giorni ma non c’è confronto. San Siro è molto più grande e l’operazione più complessa». Una demolizione in grande, ma che come detto dovrà conservare circa il 20% dell’attuale struttura per fare da ponte fra storia e futuro. Secondo le indiscrezioni, dell’attuale San Siro rimarrà in piedi solamente l’angolo Sud-Est, con parte della tribuna arancio e della Curva Sud. La tribuna verrebbe usata per eventi, affiancata da una costruzione moderna con negozi e musei.

Poi c’è il tema smaltimento per una costruzione che è iniziata negli anni Venti. Infatti, serviranno analisi chimiche per valutare la pericolosità di alcune sostanze: «Ai tempi si utilizzavano cromo e solfato – spiega Spagnolo –. Questo materiale va separato e portato in discariche specializzate. L’amianto? Può esserci nelle coperture che si eliminano nella prima fase, lo strip out».

Proprio per questa parte e per già un primo bilancio di possibili sostanze speciali, i costi principali sono stati stimati proprio nella fase di strip out e poi nello smaltimento dei detriti. Il calcestruzzo viene ammucchiato, frantumato da macchinari più piccoli e trasportato. Tutto il materiale viene portato in discarica, alcune sostanze in discariche speciali e costose. «Il problema per tutti è trovare le discariche che accettino il materiale perché tutte hanno limiti da non superare», dice Spagnolo.