Eredità Agnelli: mandato revocato e firma, nuovi dubbi sulla Dicembre

I documenti riguardano le sorti della società semplice Dicembre, la cassaforte di famiglia che assicura ai fratelli Elkann il controllo dell’impero Exor.

 

Elkann quadri ereditati
John Elkann (Foto: Nicolò Campo / Insidefoto)

Una firma, quella di Marella Caracciolo vedova di Gianni Agnelli, che secondo il perito della Procura di Torino, Silvia Benini, «potrebbe essere stata falsificata», sia pure con «un grado solo possibilistico». Poi tre numeri, 421, 422 e 423, che indicano altrettante posizioni presso la Gabriel Fiduciaria intestate a John, Lapo e Ginevra Elkann: aperte il 3 maggio 2004 e cessate il 17 maggio successivo.

Sono questi – spiega II Fatto Quotidiano nella sua edizione odierna – i documenti al vaglio dei pm di Torino Marco Gianoglio, Mario Bendoni e Giulia Marchetti che indagano sull’eredità della famiglia Agnelli. Carte che riguardano il “cuore” dell’inchiesta, le sorti della società semplice Dicembre, la cassaforte di famiglia che assicura ai fratelli Elkann il controllo dell’impero Exor: John con il 60%, Lapo e Ginevra con il 20% a testa.

I pm, che indagano per frode fiscale e truffa ai danni dello Stato vogliono accertare se all’eredità rivendicata dalla madre Margherita siano state sottratte anche le quote della Dicembre. Non per stabilire a chi appartengano, ma per contestare ulteriori evasioni. L’attuale assetto della società si sarebbe realizzato grazie a tre atti di compravendita con i quali Marella avrebbe ceduto ai nipoti, il 19 maggio 2004, la nuda proprietà del suo 41,29%: in cambio di 80 milioni e 936mila euro e mantenendone l’usufrutto.

Di quelle cessioni i fratelli Elkann non hanno mai prodotto gli originali, mentre i pm ne hanno rintracciato cinque versioni in fotocopia: con disparità evidenti sul luogo della loro presunta stipula e anche riguardo alle sottoscrizioni. Nella causa civile, infine, erano state depositate quattro distinte disposizioni impartite dalla Gabriel Fiduciaria alla filiale di Ginevra della Banca Pictet.

Le prime tre, datate 19 maggio 2004, fanno riferimento alle posizioni 421, 422 e 423 dei fratelli Elkann e danno istruzioni per trasferire 80,936 milioni ad «altra posizione fiduciaria». Ma come ha potuto operare Gabriel per quei tre clienti se due giorni prima (il 17 maggio 2004) i loro rapporti erano già cessati? Nessuna delle tre disposizioni di pagamento, inoltre, è accompagnata da estratti conto bancari e contabili che certifichino l’effettivo passaggio del denaro: un elemento necessario perché una compravendita sia valida.

La quarta disposizione risulta intestata a Marella Caracciolo che avrebbe dato istruzioni alla Gabriel di «investire in un deposito a 48 ore» gli 80,936 milioni presso la Banca Pictet. È quello il documento in cui compare la firma della vedova Agnelli che il perito dei pm definisce così: «Potrebbe essere stata falsificata». Come per le disposizioni dei nipoti, anche in questo caso manca qualsiasi estratto conto.

È partendo da queste disparità, e soprattutto dalle cessazioni dei rapporti fiduciari, che un mese fa i pm hanno cominciato a indagare a fondo sulla Dicembre. Nel caso fosse accertata la nullità o l’inesistenza della compravendita, le quote rientrerebbero nell’eredità di Marella Caracciolo (morta il 23 febbraio 2019), determinando una possibile contestazione ai fratelli Elkann di un’ulteriore evasione della tassa di successione per almeno altri 80 milioni di euro. A sua volta, Margherita potrebbe poi far valere nella causa civile quanto raccolto dalla Procura: chiedendo la restituzione come una erede della madre delle quote di Dicembre e mettendo in discussione il controllo di Exor da parte del figlio John.

L’intera vicenda, con la pubblicazione delle carte già rintracciate dagli inquirenti sulla cessione delle quote, sarà raccontata questa sera nella trasmissione Report. E, in riferimento alle anticipazioni del programma, i legali dei tre fratelli hanno dichiarato: «John, Lapo e Ginevra Elkann sono legittimi titolari di tutte le quote della Dicembre che essi detengono e pertanto l’assetto proprietario non può essere messo in discussione in alcun modo. Gli atti mostrati da Report, sono stati validamente sottoscritti».