Al Khelaifi: «La Superlega non è mai esistita. E' fallita e non tornerà più»

«Ciò che aumenta il carico di lavoro sono le leghe nazionali con 20 squadre, le due coppe nazionali, i replay e le amichevoli».

Al Khelaifi Superlega
Nasser al-Khelaifi (Foto: Alex Grimm/Getty Images)

Nasser al Khelaifi ha rilasciato una lunga intervista a Marca per discutere di tutti i temi d’interesse che lo circondano: il padel, la Superlega, il Mondiale per Club, ma soprattutto tutti i suoi piani per il PSG, il nuovo centro sportivo di Poissy e il desiderio di costruire un progetto rinnovato, ormai senza Mbappé e con Luis Enrique al timone della squadra.

«La nuova super star del Paris Saint-Germain è il gruppo, ma abbiamo comunque tante stelle. Ciò che è diverso oggi è che abbiamo un collettivo forte in campo e un’istituzione solida e coesa fuori dal campo. Pensiamo anche a breve, medio e lungo termine, senza limitarci a reagire impulsivamente o emotivamente a tutto. Creare una squadra giovane, costruire un’identità. Ovviamente vogliamo vincere ogni partita e competere in tutte le competizioni, è chiaro. Ma con pazienza e perseveranza: evoluzione, non rivoluzione settimanale, come continuo a dire», ha esordito il numero uno dei parigini.

Sul nuovo format della Champions, Al Khelaifi crede che «sia un formato molto migliorato per tutti. Basta guardare le classifiche, i media, i tifosi… si vedono più competizione, più sorprese, maggiore coinvolgimento. E più club che sognano di giocare in Europa. Infine, e questo tutti lo dimenticano, c’è più solidarietà: 440 milioni di euro all’anno per squadre che nemmeno giocano nelle competizioni».

Non manca poi un duro attacco alla Superlega: «Non esiste. In realtà non è mai esistita, se non nella testa di pochi illusi. E ora, con il nuovo formato delle tre competizioni maschili UEFA e il rinnovato Mondiale per Club della FIFA, è ancora più impossibile. Nessuno la sosterrà: né i tifosi, né i giocatori, né i media, né i governi, né i club. Sapete che solo due club la sostengono; spero che un giorno si rendano conto del loro errore di giudizio e tornino nella famiglia europea».

Sul Mondiale per Club, «ci sono state alcune critiche, ma ora è il momento di smettere di lanciare pietre e di essere positivi e costruttivi. Si farà ed è fantastico. Questa settimana ero a Miami e si percepiva l’entusiasmo: stiamo portando il calcio in uno dei mercati più importanti dello sport. Il torneo porterà grandi ricavi sia ai club partecipanti che a quelli non partecipanti, contribuendo all’ecosistema calcistico. Renderà il calcio più globale, non solo europeo. E non aumenterà significativamente il carico di lavoro dei giocatori, dato che si gioca solo ogni quattro anni e per un numero limitato di squadre. Ciò che aumenta il carico di lavoro sono le leghe nazionali con 20 squadre, le due coppe nazionali, i replay e le amichevoli, oltre al fatto che molti allenatori non ruotano i giocatori».

In chiusura, una battuta sull’accordo FIFA-ECA per la distribuzione dei ricavi del nuovo Mondiale per Club: «Questa settimana la FIFA ha annunciato il suo partner globale per le trasmissioni, che è una notizia molto positiva, e presto arriveranno altri partner commerciali. L’ECA sta ancora discutendo il modello di distribuzione con la FIFA, ma tutto procede bene, e la cosa più importante è che ci sarà un importante fondo di solidarietà».