Scaroni: «Speriamo di rimanere a San Siro, ma teniamo aperta l’ipotesi San Donato»

Il presidente del Milan: «Non è San Siro iconico, sono Inter e Milan che hanno reso San Siro iconico».

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Paolo Scaroni (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

“Siamo ben contenti di rimanere a San Siro perché è ben servito, è casa nostra e spero proprio che lo faremo. Noi teniamo bene aperta la porta di San Donato: il percorso di San Siro, resto ottimismo ma è difficile, è meglio tenere ben desto quello che abbiamo costruito fino ad oggi”. Lo ha detto il presidente del Milan Paolo Scaroni, nel corso della sesta edizione dello Sport Industry Talk organizzato da RCS Academy a Roma.

“Sullo stadio è una storia lunga e pure noiosa. Oggi stiamo valutando l’ipotesi del 2019, un nuovo stadio a San Siro accanto al Meazza per poi trasformare il Meazza mantenendo alcune caratteristiche architettoniche utilizzando quell’area per tutta una serie di attività sportive e commerciali facendo quindi uno stadio che dovrà essere il più bello d’Europa. Non è San Siro iconico, sono Inter e Milan che hanno reso San Siro iconico. Se si trasferissero alla Bovisa, diventerebbe iconica”.

“Il calcio è un mondo difficile, io sono entrato come un neofita. Ho avuto due proprietà: una come Elliott che il Milan se l’è trovato, aveva fatto un prestito a questo pittoresco imprenditore che non ha ripagato il prestito. È stato un azionista inconsapevole, lo ha gestito da hedge fund: ha scelto un ad che arrivava dal calcio, ha messo me come presidente perché pensavano conoscessi l’Italia e se ne sono abbastanza disinteressati”.

“RedBird è un investitore più strategico, il Milan se l’è cercato, lo ha pagato il prezzo giusto e lo ha inserito in una strategia di investimenti nel mondo dello sport. Ci danno un contributo di competenze che non avevamo. In una logica per cui il calcio possa evolvere verso modelli americani. Lo farà? Non lo so, ma avendo in mente il basket senza promozioni e retrocessioni con tetto allo stipendi, tutte cose che nel calcio non ci sono. Non andremo verso quel mondo se riusciremo a risolvere i problemi che abbiamo e che non ci fanno quadrare i bilanci”.

“Uno è la pirateria, volevo dire che abbiamo una legge meravigliosa che non si applica ma viste le notizie mi rimangio il mio pensiero. 25 milioni di utenti, gente che fatturava 3 miliardi di euro, è un fenomeno ciclopico e gigantesco. La pirateria solo in Italia costa tra 500 milioni e miliardo euro a chi trasmette ma che si ribalta su di noi squadre di calcio. Il nostro Parlamento ha risolto bene il tema della pirateria, la legge è la migliore d’Europa, bisogna che venga applicata e la notizia di stamattina è solo il primo passo”.

“Noi dobbiamo cambiare la legge che non ci permette di avere benefici sulle scommesse. Nel calcio ci sono 35 miliardi di euro di scommesse sulla Serie A: che il calcio non ne abbiamo beneficio è incredibile. Tutta Europa permette quello che l’Italia non permette e io credo sia una stupidata”.

“Litigiosità in Lega? Siamo partiti chiedendo di avere un ruolo proporzionato all’aspetto economico. Abbiamo terminato questo percorso, abbiamo ottenuto quello che ritenevamo giusto? Magari no, ma abbiamo fatto passi avanti e quindi ora dobbiamo guardare avanti. Non è dai bisticci tra la Serie A e la FIGC che vengono dei benefici al calcio”, ha concluso.