Ippodromo La Maura, nuovo arrembaggio. Dopo diversi tentativi andati a vuoto, da ultimo quello di uno stadio del Milan prima che si aprissero la strada per San Donato e quella che porta a un ipotetico nuovo San Siro, si parla nuovamente di costruire sull’unica grande area della città rimasta libera dal cemento.
Un progetto edilizio, con volumetrie – scrive l’edizione odierna de La Repubblica – che sforerebbero quelle attuali. Un ambizioso piano di rigenerazione e riconversione, dicono gli addetti ai lavori. L’area, 750mila metri quadrati dedicati al trotto, è ancora formalmente di Snaitech, la S.p.a. proprietaria anche del vicino ippodromo del galoppo. È in via di dismissione, però, perché la società ha firmato un accordo preliminare per la vendita dei terreni.
Ad aver messo occhi, firma e acconto su La Maura è la F3A Green S.r.l, la stessa società che a marzo del 2023 avrebbe venduto una parte del pacchetto ai rossoneri per farci lo stadio. Ora, visti i tempi che corrono con le inchieste sull’urbanistica in città, i piani sono cambiati. I promissari acquirenti hanno dato incarico allo studio dell’architetto “green” Patricio Enriquez di mettere a punto un progetto di riconversione dell’area che abbia determinate caratteristiche.
Non solo, hanno deciso di avviare un «dialogo trasparente e costruttivo con tutti gli enti istituzionali coinvolti, ma soprattutto con l’intera cittadinanza milanese». La prima tappa di questo percorso partecipato è in agenda per questa sera. Il futuro progettista spiegherà ai comitati di quartiere – gli stessi che si sono sempre opposti a qualsiasi ipotesi di rigenerazione – che cosa si vuol fare al posto dell’ippodromo e di quello che ci sta intorno.
Tra gli obiettivi dichiarati, «attenzione e rispetto per il patrimonio esistente, promozione e valorizzazione dell’identità culturale del paesaggio esistente» tramite una grande area verde che si connetta con il parco di Trenno, «drastico aumento della dotazione di spazio pubblico», piste ciclabili e percorsi senz’auto. E ancora: insediamento di servizi e attività culturali, «realizzazione di abitazioni per le fasce deboli», «apertura» dell’area «all’uso pubblico».
Il pacchetto ha anche un capitolo residenziale di rilievo, non ancora esplicitato: nella parte dell’area che confina con il quartiere Gallaratese ci sono alcune palazzine degli anni Settanta che andrebbero abbattute per costruirne di nuove. Non torri, precisano dalla società, ma comunque edifici di sei-sette piani, che non supererebbero le altezze delle case che ci sono in zona.
C’è chi in queste ore sta sostenendo che La Maura non sia edificabile. I terreni, che fanno parte del parco Agricolo Sud, sono sì in qualche modo vincolati, ma basterebbe una variante per farci, ad esempio, uno stadio. A maggior ragione la strada che porta a delle residenze è ancora più percorribile. Servirà comunque un Accordo di Programma, ma il Comune di Milano è già favorevole all’idea.