Quest’oggi si terrà l’Assemblea Straordinaria per il cambio di statuto FIGC che dovrà rispettare i confini dettati dal Parlamento italiano, e soprattutto dall’emendamento Mulè su autonomia e rappresentatività delle leghe, e in particolare della Serie A.
Come riporta l’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, nonostante l’invito a dialogare continua a provenire da diverse parti, compreso il ministro per lo Sport Andrea Abodi, le distanze restano marcate. Alle 11.30 inizieranno i lavori dell’Assemblea, e il tempo per trovare una sintesi che stia bene a tutte le parti in causa si assottiglia, mentre la proposta di Gravina sembra avere i numeri per essere approvata.
La questione principale riguarda la Serie A, che ritiene le modifiche proposte da Gravina insufficienti. La FIGC propone un aumento minimo dei consiglieri (da tre a quattro) e l’incremento del peso elettorale della Serie A in assemblea dal 12% al 18%. I club, invece, chiedono sei consiglieri e un peso elettorale del 30%.
Inoltre, Gravina ha affermato di aver concesso alla Serie A l’autonomia richiesta, definendola un «fatto epocale» e sostenendo che «si è superata anche la Premier League». Tuttavia, per la Lega Serie A si tratta di un’autonomia puramente organizzativa. Per ottenere una vera capacità di riforma, richiede che, in caso di conflitti con la FIGC su temi specifici (come le licenze nazionali), sia garantita alla Lega la possibilità di esprimere un parere vincolante. Su questo punto Gravina ha risposto negativamente, affermando che, in caso di disaccordo, verrà mantenuto lo status quo.
Le parole di ieri di Abodi rappresentavo un quadro già difficile e destinato a cristallizzarsi sulle note posizioni: «Tutto quello che potevo fare, nel rispetto dell’autonomia, per mediare e risolvere la situazione, l’ho fatto. Purtroppo alla base c’è un problema culturale: l’interesse generale è una priorità solo per pochi e, soprattutto, non esiste un sistema quando prevalgono interessi corporativi e molti si chiudono nei loro ambiti».
La stessa considerazione arriva anche da Mulè: «Il vicolo cieco in cui si trovano FIGC e Lega Serie A impone uno sforzo di maturità: è nell’interesse superiore del sistema e del corretto funzionamento delle istituzioni evitare che l’attuale situazione diventi un punto di non ritorno. La FIGC non deve essere una parte in causa, ma comportarsi in modo imparziale. Altrimenti, ci sarà una violazione di legge e Parlamento e tribunali dovranno intervenire per colmare la lacuna normativa».
Infine, la FIGC ritiene di aver rispettato le indicazioni della legge, ma il rischio di una denuncia non è certamente gradito, così come la possibilità che la Lega metta in discussione la legittimità dell’Assemblea di oggi. Quest’ultima, infatti, grazie a una norma transitoria dello Statuto, potrebbe teoricamente svolgersi con le nuove percentuali elettorali.
Al momento, su questo aspetto, è stato presentato solo un ricorso a titolo cautelativo; il destino dell’Assemblea dipenderà dall’accoglimento o meno delle richieste della Serie A. Gravina sembra deciso a non rivedere la sua posizione, convinto di aver agito nel modo migliore per rispettare tutte le componenti del sistema, indipendentemente dalla sua situazione personale nell’inchiesta sui libri antichi, per la quale è indagato dalla Procura di Roma per autoriciclaggio.