Nella battaglia alla pirateria, lo scontro tra la Serie A e Google si fa sempre si duro. Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, la Lega è pronta a fare causa al colosso americano, colpevole di gravi negligenze e di mancata ottemperanza agli obblighi di legge. Se la situazione non sarà sanata, dunque, si finirà in tribunale, considerando che una diffida è già stata inviata a Google Ireland lo scorso 7 ottobre.
La Serie A ha riassunto tutte le inadempienze messe in fila da Google nella prime cinque giornate del campionato in corso. Oggi grazie a Piracy Shield, gestito dall’Agcom, la Lega di Serie A (così come i titolari dei diritti) è in grado di bloccare domini e indirizzi usati per trasmettere illegalmente i match. Tuttavia, spetterebbe poi a Google procedere a “farli sparire”, in modo che le condotte illegali non possano essere reiterate.
Il problema riscontrato dalla Lega però è proprio la scarsa collaborazione del gigante di Mountain View. Da parte sua, Google ha rimarcato di aver subito lo scorso weekend un danno dalla piattaforma nazionale antipirateria che stoppando una VPN ha finito per paralizzare anche l’operatività di Google Drive. Problema risolto in circa quattro ore.
Una solerzia che – dal punto di vista della Lega – Google non ha quando viene sollecitata a “deindicizzare” nomi di dominio relativi a cosiddetti siti “vetrina” che promuovono collegamenti di streaming illegale. Lo stesso discorso vale per la perdurante offerta al pubblico sul marketplace “Google Play” di App illecite attraverso le quali è possibile accedere gratuitamente, sempre in live streaming, agli incontri della Serie A.
Nella diffida la Lega espone tutti i casi in cui in queste settimane pur avendo effettuato “doppie segnalazioni”, si è trovata di fronte a una assoluta mancanza di cooperazione. Un comportamento che per la Lega equivale a una forma di «grave negligenza», palesata da “risposte automatiche” e ripetute richieste da parte del sistema informatico di Google di fornire più volte le stesse informazioni.
La Lega ha anche chiesto a Google anche di interrompere la diffusione di contenuti illeciti caricati dagli utenti sulla piattaforma YouTube ottenendo tuttavia le stesse risposte automatiche. Google avrà ora la possibilità di fornire le proprie risposte a questi rilievi e dovrebbe farlo a breve, probabilmente già oggi, in un’audizione all’Agcom.
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