Indagine ultras, uno degli arrestati fa ricorso al Tribunale del Riesame

Si tratta di Gherardo Zaccagni, gestore di alcuni parcheggi nei pressi di San Siro, che per due anni ha riconosciuto circa 4mila euro ai capi ultras interisti Boiocchi e Beretta.

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Il Tribunale di Milano (Foto Daniele Buffa/Image Sport/Insidefoto)

Gherardo Zaccagni, uno dei 19 arrestati nell’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose nel tifo organizzato di Inter e Milan, ha chiesto la revoca della misura cautelare al Tribunale del Riesame di Milano. Zaccagni è accusato di fabbricazione di documenti falsi e accesso abusivo a sistema informatico e finito agli arresti domiciliari.

L’imprenditore, che si era avvalso della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio dei giorni scorsi davanti al gip Domenico Santoro, avrebbe versato per circa due anni, come gestore di alcuni parcheggi presso lo stadio Meazza, ai capi ultras interisti Vittorio Boiocchi e Andrea Beretta circa 4mila euro al mese. A fare da intermediario nel racket sui parcheggi sarebbe stato Giuseppe Caminiti, legato all’esponente della ‘ndrangheta Giuseppe Calabrò.

Nei prossimi giorni, dopo che i pm Paolo Storari e Sara Ombra, titolari dell’inchiesta di Polizia e Guardia di Finanza, avranno depositato gli atti, i giudici del Riesame fisseranno la data dell’udienza per discutere l’istanza di Zaccagni, difeso dall’avvocato Vinicio Nardo.