San Siro, la difesa dei residenti: in 10mila contro la demolizione del Meazza

I cittadini chiedono che lo stadio sia ristrutturato e, inoltre, rivendicano una maggiore trasparenza da parte dell’amministrazione comunale sulla vicenda.

San Siro
(Foto: Claudio Villa/Getty Images)

La decisione di Inter e Milan, comunica ufficialmente al sindaco Giuseppe Sala, è quella di non ristrutturare lo stadio di San Siro e di tornare al progetto iniziale, quello di costruire un nuovo impianto adiacente al Meazza, che sarebbe poi oggetto di un profondo ridimensionamento portando a una demolizione pressoché completa.

Come riporta l’edizione odierna de Il Corriere della Sera, nella giornata di ieri, i residenti del quartiere si sono riuniti in piazza Santa Maria Nascente, zona QT8, per discutere della situazione e ribadire la loro volontà di veder San Siro ristrutturato e non abbattuto, probabilità sempre più concreto visto l’esito dell’incontro fra Sala, i du club e la soprintendente all’Archeologia, Belle arti e Paesaggio Emanuela Carpani. Quest’ultima ha sottolineato la possibilità che parte del secondo anello dello stadio potrebbe essere salvato, mentre la restante sacrificata.

«Lo stadio non deve essere demolito – sottolinea una residente, che da oltre 20 anni si mobilita per gli interessi del quartiere – Tenere parte del secondo anello? Vorrebbe dire paragonare lo stadio a un albero: solo tronco, monco, senza chioma. San Siro è un simbolo. È famoso in tutto il mondo». L’anno scorso i residenti del quartiere hanno formato una catena umana di 3000 persone che ha circondato l’ippodromo La Maura per impedire nuove colate di cemento dentro il parco sud, visto l’interessamento del Milan prima che i rossoneri spostassero la propria attenzione su San Donato. «Per San Siro propongo di fare lo stesso: 10 mila persone ad abbracciare il Meazza».

Il disappunto, per non parlare di rabbia, da parte dei residenti è anche verso l’amministrazione comunale per la sua gestione della vicenda San Siro: «Vorremmo essere informati in maniera più trasparente da parte delle istituzioni — dichiara una residente, che da tre anni abita a pochi chilometri dallo stadio —. Si cambia continuamente posizione e idea sul futuro dell’arena. Le persone sono allarmate. Nessuno di noi è stato interpellato. Alla fine siamo noi residenti che dobbiamo fare i conti con una nuova possibile struttura. L’unica possibile soluzione è la ristrutturazione del Meazza. Punto. Questo luogo fa parte della memoria dei milanesi».

Contrario alla costruzione di un nuovo stadio accanto al Meazza è anche l’architetto Giulio Fenyves, responsabile di Studio Archi Associati che negli scorsi mesi aveva presentato al consiglio comunale un progetto per la ristrutturazione di San Siro: «Voi mettereste mai una cucina accanto a una cucina? Una stazione accanto a una stazione? Perché mai dovrebbe esserci uno stadio accanto a uno stadio? Sarebbe un errore. Milano è dotato di “ancore”, cioè di luoghi così robusti da resistere nel tempo. Ne sono esempio la Stazione Centrale, il Duomo. Ma anche San Siro. Intorno allo stadio è nata e si è formata una comunità. Inizialmente c’erano solo campi incolti».

«Ristrutturazione. Questa è la chiave –spiega l’architetto –. Chiediamo alla politica di valutare il nostro progetto: la riqualificazione della struttura costerebbe 300 milioni a fronte del miliardo paventato. Servirebbe una posizione di forza da parte dell’amministrazione». In tutto ciò c’è anche una battaglia politica. «Serve più trasparenza — sottolinea il consigliere comunale Enrico Fedrighini —. Per questo vorremmo portare l’aula di Palazzo Marino a deliberare l’avvio di un bando pubblico internazionale d’idee per lo stadio».