Crisi del mercato dell’auto: Stellantis perde 43 miliardi di capitalizzazione

Il titolo in Borsa della holding dell’automotive della famiglia Agnelli-Elkann è tornato indietro di tre anni e mezzo, ai tempi della fusione fra FCA e PSA.

Repubblica sciopero due giorni
John Elkann (Photo by LUCA BRUNO/POOL/AFP via Getty Images)

Stellantis, la holding automotive di Exor della famiglia Agnelli-Elkann, mentre affronta un difficile dialogo con il governo italiano ha registrato una perdita di 43 miliardi di euro nella propria capitalizzazione in Borsa, tornando così indietro di tre anni e mezzo quando ci fu la fusione fra FCA e PSA.

Come riporta l’edizione odierna de Il Sole 24 Ore, questo risultato arriva proprio quando il gruppo ha da poco annunciato un importante piano di investimenti nell’elettrico in Michigan, per un totale di 400 milioni di euro. Il 18 gennaio 2021, le azioni del gruppo italo-francese registrarono un aumento del 7%, raggiungendo il valore di 13,5 euro. Oggi, a distanza di tre anni e mezzo, il valore di mercato della società è tornato a quel livello. All’epoca, la capitalizzazione di Stellantis era di 42 miliardi di euro, leggermente più alto dei 39 miliardi di oggi.

Le principali cause sono da ricercare nella crisi del settore automobilistico, con il gruppo guidato da Carlos Tavares ha perso 43 miliardi di euro in capitalizzazione rispetto ai picchi di poche settimane fa. Infatti, tornando indietro di soli due mesi, il valore di Stellantis in Borsa aveva superato gli 80 miliardi di euro. Tuttavia, ieri il titolo ha chiuso in calo dello 0,44%, con un prezzo di 13,6 euro per azione. All’apertura odierna, il titolo viaggia sugli stessi valori.

Questa situazione è attribuibile al periodo di incertezza che il settore automobilistico sta attraversando, con preoccupazioni sul futuro dei veicoli elettrici. A ciò si aggiungono l’annuncio di Volkswagen di chiudere il suo primo stabilimento in Germania e l’avvertimento di BMW sui risultati dell’anno, che ha ridimensionato le stime sugli obiettivi. Questo insieme di fattori ha portato il settore automobilistico a una fase ribassista sui mercati finanziari e ha sollevato domande sulla capacità dei grandi gruppi di raggiungere i loro obiettivi in un contesto così complesso.

Per quanto riguarda Stellantis, nonostante la sua solida posizione finanziaria, con una disponibilità di cassa di 30 miliardi di euro a fine primo semestre, ci sono alcune questioni irrisolte che preoccupano analisti e investitori. Una delle principali riguarda la gestione delle scorte in Nord America, un tema critico al punto che Morgan Stanley prevede che Stellantis potrebbe essere il prossimo grande produttore europeo a emettere un avviso sugli utili. Gli analisti sottolineano che la società sta affrontando difficoltà nella gestione delle scorte in eccesso presso i concessionari, il che potrebbe portare a margini inferiori rispetto alle previsioni aziendali di oltre il 10% per il secondo semestre. D’altra parte, Stellantis risulta meno esposta rispetto ad altri produttori alla debolezza della domanda cinese, come sottolineato da Morgan Stanley.

Gli analisti prevedono che il settore automobilistico sia all’inizio di un ciclo di margini negativi e ritengono che le aspettative di mercato per il 2025-2026 siano ancora troppo ottimistiche. In questo scenario complesso, emergono anche incertezze riguardo alla transizione verso l’elettrico. Stellantis ha in programma il lancio di 18 modelli elettrici su 25, segnalando che la sfida principale per i grandi produttori sta per entrare nel vivo.

Un altro punto di discussione riguarda le iniziative di Tavares per Maserati, che recentemente è stata coinvolta in una vicenda legata a una comunicazione interna. Il gruppo ha inviato un’email ai dipendenti offrendo l’acquisto di vetture Maserati a condizioni vantaggiose per loro, i familiari e gli amici. Stellantis ha chiarito che l’iniziativa è stata fraintesa, sottolineando che si trattava di una pratica comune all’interno dell’azienda.

Nel frattempo, Stellantis prosegue con i suoi piani di espansione nell’elettrico. Il gruppo ha annunciato investimenti per oltre 368 milioni in tre stabilimenti del Michigan, a supporto della sua strategia multi-energia. Tra questi, lo stabilimento di Sterling Heights sarà il primo negli Stati Uniti a produrre un veicolo completamente elettrico: il Ram 1500 Rev, un pick-up elettrico che affiancherà la versione con motore a combustione interna.