Nelle scorse settimane, dopo la fine dei Giochi Olimpici di Parigi, si è acceso il dibattito sulla possibilità di un quarto mandato anche per il presidente del CONI, Giovanni Malagò, che si appresta a terminare il suo terzo ciclo come numero uno del Comitato Olimpico italiano.
Nonostante il termine di tre mandati per i presidenti delle federazioni sia stato giudicato incostituzionale, il quarto mandato di Malagò è stato bocciato dalla politica italiana, aprendo così le prime indiscrezioni sul futuro del dirigente sportivo che in passato ha ricoperto anche ruoli nel calcio. Ma accanto a queste, ecco che si è aperto il dibattito se sia opportuno estendere anche al CONI la questione del quarto mandato, visto che lo stesso Malagò si è detto pronto a proseguire il proprio lavoro.
Con questo intento, il Corriere dello Sport, nella sua edizione odierna, ha indetto un vero e proprio referendum fra i presidenti federali per un totale di 48 richieste di giudizio sul tema. Come avviene in tutte le elezioni italiane il numero delle astensioni è da tenere in conto, ma più per una scelta politica, il risultato finale è comunque considerevole: su 48 presidenti di federazione, ben 34 sono favorevoli a un quarto mandato di Malagò al CONI.
Fra questi c’è anche Gabriele Gravina, presidente della FIGC: «Il limite dei mandati ritengo sia stato un errore strategico e sarebbe assurdo non riconoscere la possibilità di concorrere per un quarto mandato al presidente del CONI, che ha dato una scolta allo sport italiano. Impedire a Malagò d candidarsi sarebbe come azzerare un processo di evoluzione positiva di tutto il movimento».
Più abbottonato, ma comunque da contare nel gruppo dei favorevoli, è stato Gianni Petrucci, numero uno della Federbasket: «C’è una legge, se si potesse meriterebbe una conferma. Malagò conosce lo sport, è un gran lavoratore e ha uno straordinario rapporto con gli atleti».
Ma ci sono anche i contrari, come il numero uno del nuoto italiano, Paolo Barelli: «Prima di tutto le federazioni sono associazioni private e il CONI è un ente pubblico. Le leggi dello Stato ne disciplinano il ruolo, a prescindere da chi lo ricopra. Altrimenti andremmo incontro a leggi ad personam».
Va ribadito come la nomina del presidente del CONI avvenga dopo delle elezioni, così come per i numeri uno delle varie federazioni sportive, ma a regolarle è il Parlamento. Quindi per estendere il numero dei mandati serve il consenso positivo sia della Camera che del Senato, e al momento questo sembra essere stato escluso, con il passare del tempo che non fa altro che ridurre le possibilità di un quarto mandato per Malagò.