Il Governo all'attacco di Stellantis: «Abbiamo fatto la nostra parte, loro no»

L’ultimo botta e risposta è andato in scena dopo le parole del segretario della Cisl, Luigi Sbarra: «Si rischia di perdere 25.000 posti di lavoro, Stellantis deve fornire risposte».

Governo attacco Stellantis
John Elkann, presidente di Stellantis (Foto: Ufficio stampa Stellantis)

Il botta a risposta a distanza fra il Governo e Stellantis, dopo mesi di colloqui privati, si arricchisce di un altro capitolo. Questa volta lo scrive il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, che dal Meeting di Rimini ha affrontato la questione della multinazionale dell’automotive di cui Exor – la holding della famiglia Agnelli-Elkann – è principale azionista.

«Si rischia di perdere 25.000 posti di lavoro, Stellantis deve fornire risposte e il Governo non può fare finta di nulla o comportarsi come Ponzio Pilato», le parole di Sbarra che ha fatto un riepilogo della situazione, considerando come la cassa sia in scadenza nel 2025 e senza una proroga sono a rischio diversi lavoratori.

Pochi istanti dopo, ecco la risposta del Governo con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso: «Spetta alla Fiat assumersi la responsabilità sociale è compito di Stellantis rilanciare l’industria automobilistica in Italia, e da tempo aspettiamo una risposta. Il Governo ha fatto la sua parte, Stellantis no». Non si è fatta attendere la risposta di Stellantis: «È fondamentale che tutti gli attori della filiera, incluso il Governo, contribuiscano a creare le condizioni giuste per la competitività, la dinamica del mercato e la stabilità necessarie per affrontare la transizione epocale che la mobilità sta attraversando. Rimane concentrata sull’attuazione del piano per l’Italia nei prossimi anni, già condiviso con i partner sindacali, che include progetti significativi come quello di Mirafiori 2030».

Il botta e risposta tra le parti si intensifica, con attacchi e risposte pungenti. «Nel primo incontro con Tavares – racconta Urso – lui mi chiese due cose per progettare lo sviluppo dell’auto italiana e raggiungere l’obiettivo di un milione di veicoli. La prima era rimuovere l’ostacolo dell’Euro 7, cosa che abbiamo fatto, e Stellantis ha così potuto prolungare la produzione di alcuni modelli. Poi chiese un piano di incentivi proporzionato alla produzione in Italia, e noi abbiamo messo in campo il più grande piano di incentivi per l’auto, pari a un miliardo di euro. Abbiamo raggiunto questi obiettivi, ma il sostegno alla produzione italiana non è stato realizzato. Questo perché Stellantis avrebbe dovuto aumentare la produzione nel nostro Paese per rispondere agli incentivi. Quindi il Governo ha fatto la sua parte, l’azienda no».

Stellantis, cercando di difendersi dalle critiche, chiarisce: «Il nostro obiettivo è lavorare con tutte le parti interessate per affrontare i principali impatti dell’elettrificazione e della crescente concorrenza, in un mercato europeo che è ben al di sotto dei livelli pre-pandemia e che non consentirà una ripresa immediata della produzione, come la nostra industria sta affrontando a livello globale in Europa».

Il terreno di scontro si sposta anche sulla questione delicata della gigafactory di Termoli. Su questo punto, Urso osserva: «Stellantis deve dare una risposta a breve, perché se non risponde positivamente al progetto, le risorse del Pnrr saranno destinate altrove. Non possiamo permetterci di perdere i fondi del Pnrr perché Stellantis non mantiene i propri impegni. La scadenza è nelle prossime ore». Stellantis replica che «l’Acc in Molise sta attualmente rafforzando il progetto della gigafactory, insieme a quella in Germania, per introdurre una nuova tecnologia per la produzione di celle e moduli, in modo da allinearsi con l’evoluzione del mercato. Stellantis ha già preso diverse decisioni per aumentare il carico di lavoro dei componenti ibridi a Termoli».